Il sogno di Erich: la stalla destinata alla chiusura rivive con le grigie alpine
Il giovane Pompermaier, 22 anni, alleva vacche in val dei Mocheni: una passione più forte di tutte le difficoltà
FIEROZZO SAN FELICE. I dati dell’ultima rilevazione fatta dal Centro Studi Divulga a livello nazionale, ci dice che l’unico comparto nel quale i giovani imprenditori titolari d’azienda che sono aumentati nell’ultimo decennio, sono quelli under 35 del settore agricolo.
A fronte di un aumento dell’1% il crollo medio delle imprese condotte da giovani negli altri comparti è stato superiore al 13%. Ebbene, questa tendenza la registriamo da oltre un decennio, ogni domenica anche in Trentino con le belle testimonianze di tanti giovani sia maschi che femmine. Il bravo Paolo Dallavalle, regista della “palestra” per la formazione di giovani imprenditori agricoli della Fondazione Mach, qual è il corso delle 600 ore ci segnala delle storie veramente interessanti. Quella che raccontiamo oggi è quella di un giovane di appena 22 anni che dopo aver ottenuta la maturità nel corso del liceo socio economico dell’Istituto Marie Curie di Pergine Valsugana non ha avuto dubbi nel ritornare alla sua natia Fierozzo San Felice, per prendere in mano la piccola azienda di papà che aveva solo due vacche e che era in procinto di chiudere la stalla.
Parliamo di Erich Pompermaier, 22 anni appena, che dopo aver collaborato per un anno con il papà nel 2021, con il 2022 è il titolare. Ma era cosciente che per farlo doveva completare la sua formazione in campo agricolo, per questo inizia a breve il secondo anno del corso per l’ottenimento del brevetto professionale agricolo. Un corso, precisa molto interessante perché ti offre la possibilità di capire come deve essere strutturata un’azienda agricola per diventare sostenibile sia dal punto di vista economico che sociale ed ambientale.
Ha fatto anche la domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento che spera di ottenere una volta completato il corso. Certo è che sviluppare un’azienda agricola-zootecnica nell’alta Val dei Mocheni a 1127 metri s.l.m. non è semplice ma lui, con la sua grande passione per gli allevamenti bovini ci crede. Anziché vendere la 2 vacche come pensava di fare papà nell’arco di 3 anni le ha fatte diventare 16 delle quali 12 in mungitura. Sono tutte vacche della razza Grigia Alpina, una razza autoctona, alla quale Erich è molto legato, una razza rustica tant’è che le vacche da latte rimangono al pascolo da maggio fino a novembre inoltrato, dipende poi dalla stagione, e quelle da rimonta ancora un mese di più. Certo, precisa il giovane, i capi da latte da quando si sono abbassate le temperature, alla notte le portiamo in stalla, e l’alimentazione viene integrata con mangime i cui prezzi per fortuna sono calati rispetto ai picchi della scorsa primavera.
Le manze rimangono fuori sempre fino alle nevicate. La produzione media di latte è su 70 quintali capo/lattazione. Le proteine al 3.36% il grasso a 3.80%. Il latte viene conferito alla Casearia Monti Trentini, e la remunerazione è legata al mercato del latte lo scorso inverno afferma, eravamo arrivati a incassare fino a 0,70 euro kg del latte conferito, ora purtroppo il prezzo è calato siamo intorno a 0.50 euro kg, più il premio qualità che Erich, riesce ad incassare. Nei progetti futuri del giovane c’è innanzi tutto quello di trasformare il latte prodotto dalle proprie vacche in azienda e vendere i prodotti lattiero caseari a km zero, dopo aver realizzato un piccolo caseificio, tipo quello che ha fatto il suo amico Emil di Sant’Orsola (un altro nostro giovane protagonista), per valorizzare meglio i propri prodotti.
La formazione di casaro dal punto di vista teorico l’ha fatta ora serve metterla in pratica dice il nostro giovane protagonista. Ma vorrebbe piantare anche dei piccoli frutti per integrare il reddito famigliare, visto che la Valle dei Mocheni è la valle dove questi sono pertiti 60 anni orsono. Ma a vent’anni ci sono anche tanti sogni nel cassetto, ma quello dominante su tutti, è quello di arrivare a farsi un’azienda che abbia al centro l’allevamento della Grigia Alpina, un’azienda che sia sostenibile anche dal punto di vista economico, anche se io non ho molte pretese e che mi permetta di farmi una mia famiglia. Pur essedo giovane è sentimentalmente legato con Paola che lavora in un ristirante e che quando può mi dà una mano.
Alla domanda se è pentito della scelta dopo tre anni la risposta è netta: «Al momento no e spero di non dovermi pentire mai». E il suo rapporto con l’ambiente? «È naturale che vivendo in un contesto come il nostro con i prati e i pascoli che vanno dai 1100 metri ai 1800, non puoi non avere un bel rapporto con l’ambiente. Il fatto che per oltre 150 giorni le nostre vacche pascolano liberamente ci garantisce di conservare sempre puliti prati e pascoli. Ma non solo, avendo la stabulazione fissa per noi è importante che le bestie stiano al pascolo il più tempo possibile».
Erich ha pensato anche alla trasformazione dell’azienda in biologica ma per ora non ha ancora le idee abbastanza chiare sull’opportunità di fare questa scelta che è molto impegnativa. Egli è impegnato anche a livello sociale come componente del Corpo VVFF volontari del paese ma anche come membro attivo di GiavaniImpresa di Coldiretti. In paese ci sono altri 3 giovani che hanno fatto la scelta come la mia di età inferiore ai 40 anni.