giovani protagonisti

«Ho deciso di vendere i vini di papà»

Erika Vindimian, 23 anni, ha studiato come parrucchiera ma poi ha scelto di dedicarsi all'azienda di famiglia a Lavis. "Prossima tappa la produzione di rossi"


Carlo Bridi


LAVIS. La storia di oggi ci porta a Lavis, terra di grandi vini, dove abbiamo trovato una ragazza che pur avendo frequentato l’istituto Sandro Pertini a Trento, diventando parrucchiera, ha poi scelto la strada dell’agricoltura, scoprendosi una vocazione particolare alla vendita dei vini: quelli prodotti in azienda da papà Rudi. Un imprenditore vitivinicolo ancora giovane, appena 52 anni, che a sua volta aveva scelto la strada impegnativa della vendita diretta dei propri vini. La sorella, dopo aver frequentato l’Istituto Agrario di S. Michele, ha scelto altro; lei è entrata in azienda a fianco al padre.

Erika Vindimian, di Lavis, ha poco più di 23 anni. Poco meno di un anno fa ha terminato il corso delle 600 ore per il conseguimento del brevetto professionale di imprenditrice agricola, organizzato dalla Fem. Erika ha scelto di inserirsi in azienda come collaboratrice di papà. Dal punto di vista burocratico c’è ancora qualche problema, ma la decisione ormai è stata presa, dice Erika sicura. «Il corso – racconta- per me è stato molto impegnativo perché venivo da un percorso formativo completamente diverso, ho fatto molta fatica, ma ho imparato molto dai relatori che si sono susseguiti come insegnanti. Per ora non ho ancora presentato la domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento, ma la farò al prossimo turno».

Ma perché questa scelta così radicale? «Sentivo dentro di me che divenire parrucchiera non era la scelta della mia vita, e allora mi sono inserita nell’azienda di famiglia e devo dire che man mano che passa il tempo la passione aumenta e scopro ogni giorno cose nuove».

Guardando all’organizzazione dell’attività, parliamo di un’azienda distribuita su più comuni e a diverse altitudini, per produrre in ogni zona il vino più vocato. «Complessivamente l’azienda è di 7,8 ettari, distribuiti fra Lavis, dove viene prodotto il Teroldego, Meano dove produciamo il Traminer aromatico, Monte Terlago dove produciamo il Muller Thurgau, il Manzoni Bianco e il Kerner e Vezzano, dove in una zona bonificata produciamo il Pinot Nero. In totale il vino commercializzato, tutto in bottiglia, ha raggiunto nel 2022 le 16 mila bottiglie, che vendiamo per intero direttamente, parte in azienda a Lavis, in Via Zandonai, e parte sul canale Ho.Re.Ca in tutta Italia, grazie ad un nostro agente».

Nei programmi futuri il più urgente da affrontare è quello della produzione di altri vini rossi per completare la gamma, «Abbiamo solo un vino rosso a fronte di 5 vini bianchi” sottolinea Erika. E il Trento doc’? «È in arrivo - promette - per ora siamo in fase di affinamento di una prima partita sperimentale fatta con due basi spumante assai originali, ossia il Manzoni Bianco e il Muller Thurgau. Ma nei progetti futuri, visti gli ampli spazi che abbiamo in azienda, vorremmo proporre nel nostro punto vendita momenti di assaggi valorizzando, attraverso la nostra piccola cucina, i nostri vini che vorremmo abbinare al piatto tipico in assaggio più adatto per quel tipo di vino, cambiando vino e piatto ogni giorno».

Alla domanda se ha un sogno nel cassetto, Erika risponde: «Alla mia età sono molti, ma il più importante coincide con il mio principale obiettivo, ossia consolidare l’azienda sia dal punto di vista produttivo che commerciale. Ma al fine di valorizzare meglio i nostri vini, voglio fare anche un bel corso per sommelier». Visti i molti impegni che comportano le varie attività in azienda, ogni tanto non le viene da dubitare che sia questa la scelta giusta? «Devo dire - spiega Erika - che le attività che svolgo mi appassionano sempre di più e non vedo motivi di ripensamenti».

E i suoi rapporti con l’ambiente quali sono? «Sono una giovane che pensa al futuro e so che l’ambiente è una delle componenti più importanti, per questo sono impegnata a prendermi cura sia del territorio che dell’ambiente in ogni mia azione quotidiana. Sono convinta che aver cura dell’ambiente vuol dire innanzitutto aver cura di noi stessi. In quest’ottica è impostata anche la nostra azienda che è coltivata con i criteri biodinamici anche se per ragioni burocratiche non abbiamo mai fatta la richiesta di certificazione di azienda biologica. Certo è che usiamo pochissimi solfiti nel nostro vino e questo è apprezzato dal consumatore».

Erika è anche un’artista. Nel tempo libero realizza borsette e le piace molto dipingere. Proprio per questa sua passione sta valutando tecnicamente la possibilità di personalizzare le bottiglie di tutti i sei vini prodotti e commercializzati dall’azienda, con un dipinto fatto ad hoc per ogni vino diverso.

E le amiche parrucchiere che dicono della scelta, diversa dalla vostra formazione? «Sono molto contente e vengono spesso a farmi visita». Sentimentalmente è legata con Damiano che svolge però un’altra professione.

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