il bilancio

Vinitaly, un successo di interesse per il Trentodoc

Il presidente Zanoni: "Le prospettive per le nostre bollicine sono molto interessanti"



TRENTO. La 54esima edizione del Vinitaly va in archivio con grande soddisfazione degli espositori. Ma la valutazione di tutti è quella che sono state le bollicine a farla da padrone. In questo clima il Trento doc ha fatto la sua parte.

Con la consueta parsimonia di aggettivi il presidente dell’Istituto Trentodoc Enrico Zanoni, parla di molto interesse intorno al Trentodoc.

"E’ un prodotto che si sta sempre più affermando anche nel mondo dei buyer che numerosi hanno fatto visita al Vinitaly. Sono convinto  – prosegue il presidente - che le prospettive per le nostre bollicine siano molto interessanti”.

Più in generale, Zanoni, parla di un’edizione molto positiva della manifestazione veronese, "temevamo che le restrizioni frenassero le presenze ma aldilà del fatto che è mancata completamente l’Asia, per il resto una minor frequenza che si è registrata ha fatto solo del bene perché così sono venuti solo coloro che hanno interesse negli acquisti. Certo – conclude – per noi Vinitaly è un evento al quale non si può mancare i contatti veri che ci interessano vengono presi fuori da questi eventi in base alle nostre esigenze”.

Sul piano generale Zanoni parla di incertezza sul futuro a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e della difficoltà di reperimento.

Dal canto suo Pietro Patton, presidente del Consorzio Vini oltre che della Cantina Lavis, afferma come l’aver riservato la manifestazione agli operatori del settore ha fatto solo bene, "abbiamo riscontrato grande interesse per i vini di territorio, ma in particolare per il Trentodoc - precisa anche Patton - Certo Vinitaly è stata l’occasione per consolidare le relazioni in corso, ma non certo per concludere contratti. Questi si fanno in altre sedi. Ma registriamo l’ottimo interesse per tutti i nostri vini”.

E il mercato chiediamo? "Oggi i vini sono richiesti ma è impossibile fare una previsione a lungo termine a causa della guerra in Ucraina. C’è poi il noto problema dell’aumento delle materie prime e della difficoltà di reperirle. Una valutazione sull’impatto dell’aumento dei costi lo potremo fare solo a fine estate”, conclude Patton.

E i vignaioli? Una ventina di loro erano ospitati al padiiglione della FIVI, la federazione dei vignaioli indipendenti, assieme ad altri 150 colleghi.. Ebbene per la presidente del Consorzio Vignaioli di Trentino, Clementina Balter. “Finalmente dopo due anni di contatti virtuali con questo Vinitaly si è ripartiti alla grande, con una differenza dalle edizioni passate: i visitatori erano tutte persone direttamente interessate agli acquisti: titolari di locali del Canale Ho.Re.Ca, o comunque operatori del settore. Certo, non c’era la grande folla degli altri anni, ma non c’era confronto sulla qualità dei presenti tutti interessati ad intessere rapporti.

Potremo sintetizzare in una frase l’esito di questa edizione: moltissimi contatti e pochi contratti, ma non c’è da meravigliarsi, sono anni che non si fanno contratti alle Fiere. Questi si faranno in seguito sviluppando quei contatti che si sono creati in questi giorni. Anche per noi l’interesse maggiore è stato per il Trentodoc", conclude Clementina.

Marco Pisoni presente assieme al cugino Stefano con i vini biodinamici dell’azienda sempre nel padiglione FIVI, a conclusione della 4 giorni afferma: “siamo molto, molto contenti finalmente si è assistito ad una fiera interessante, fatta di venditori e di compratori, è stato proprio una grande occasione per intessere nuovi contatti e per rafforzare quelli esistenti. Il 99% dei visitatori erano persone molto interessate e motivate, d’altro canto il biglietto anche per noi aziende costava 40 euro più iva, inoltre c’erano molti controlli così si è limitata la presenza delle persone che venivano solo per fare assaggi - commenta Pisoli -. Certo, questa uscita la avevamo preparata molto meticolosamente, ma risultati non sono mancati come l’ampliamento del mercato dei nostri vini sia in Cina paese per il quale abbiamo trovato un importatore molto interessato, che negli Stati Uniti.

Qualche difficoltà la abbiamo registrata solo con gli inglesi a causa della Brexit con le conseguenti pesanti accise d’importazione. Ovviamente anche noi siamo in ansia per i pesanti aumenti delle materie prime, ma non solo c’è anche la difficoltà di reperimento, avevamo ordinate le etichette a novembre e ci sono arrivate il giorno prima che imbottigliassimo il vino", conclude Pisoni. C.B.













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