Rurali, c’è la super agenzia immobiliare

Via all’operazione per ridurre le sofferenze da 835 milioni di euro. Con un sito comune per la vendita di case e capannoni


di Roberto Colletti


TRENTO. Tra qualche mese, forse anche meno, chi vorrà compare casa potrà trovarla sul sito immobiliare delle Casse Rurali, gestito da Ccres, Centrale Credit Real Estate Solutions, la società di servizi costituita lo scorso anno da Cassa Centrale. Sulla vetrina web di quella che diverrà la maggiore agenzia di compravendite del Trentino, troverà tutto il necessario: foto dell'immobile, metratura, condizioni finanziarie e persino l'“offerta del mese”. Sarà l'esordio di una vera rivoluzione che rimetterà in moto un mercato da tempo congelato.

Questo, almeno, è quanto si augurano le 43 banche cooperative le quali, chi più chi meno, sono tutte oberate da crediti a rischio - “non performing” come piace dire come se l'anglofonia attenuasse il buco - e massacrate dalle sofferenze. Poche cifre per dare la dimensione del problema: su 12 miliardi di euro di credito erogato dalle Casse, la maggior parte del quale coperto da garanzie ipotecarie, le sofferenze lorde pesano per 835 milioni (7%) concentrate molto sulle imprese (690 milioni), molto meno sulle famiglie (145 milioni). Insomma, nel bene come nel male, tutto si regge sul mattone. L'obiettivo dell'operazione, oltre ad evitare la svendita fallimentare del macroscopico patrimonio immobiliare, è di ripulire i bilanci di molte Casse appesantiti da crediti garantiti da ipoteche di dubbia consistenza.

Il progetto, in cantiere ormai da un paio d'anni e finalmente promosso dalla Banca d'Italia, è stato illustrato ieri dai vertici di Cassa Centrale - il presidente Giorgio Fracalossi e il direttore generale Mario Sartori - e dal numero uno della Federazione, Diego Schelfi. La soluzione escogitata da Via Segantini va nella direzione già imboccata dai grandi gruppi bancari: riconoscere le perdite e liberarsi dei crediti dubbi affidandoli a terzi, nel nostro caso le società immobiliari che ogni Cassa Rurale costituirà per affidare appartamenti, alberghi e capannoni acquistati all'asta dai debitori insolventi.

Con due vantaggi: il primo, di ripulire il bilancio da poste di dubbio valore e dalla necessità di continue rettifiche; il secondo, di evitare, quando il bene lo consente, la sua eccessiva svalutazione (come sovente accade nelle aste fallimentari di questo periodo) e, anzi, di rivalutarlo nel tempo con una accorta gestione e manutenzione.

E' uno scenario “di post emergenza”, come lui stesso ha sottolineato, quello descritto ieri dal dg Mario Sartori a presidenti e direttori di banca. Nel senso che in questi anni le fragilità del sistema sono venute a galla, ora si tratta di ripartire dallo status quo riconoscendo e ponendo rimedio ai difetti della passata stagione. Il primo passo sarà la chiarezza delle regole che governerà l'operazione. Cominciando dalla congruità della valutazione degli immobili acquistati e gestiti da Ccres per conto delle banche: prezzi “veri” di mercato e finanziati con prestiti a tasso zero, in modo che nessun onere venga trasferito alle società immobiliari e tutti i costi restino in capo alle singole banche. In sintesi: struttura leggera, trasparenza e bilanci separati, salvo le possibili eccezioni per piccole partite di piccoli istituti.

La crisi, insomma, va messa alle spalle: il sistema del credito deve rassegnarsi, anzi convertirsi, a bilanci magari più poveri, ma meno gonfiati, sottoponendo alla cura rigeneratrice il malatissimo, ma pur sempre essenziale, mondo del mattone. Farà bene alle Casse ed a tutto il mercato immobiliare. Questa la prognosi del dg Sartori benedetta da Schelfi. Ora tocca al malato reagire.

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