IL RITRATTO

Pojer&Sandri, da 45 anni l’eccellenza enologica 

Storie di agricoltura. Amicizia, passione, innovazione: questi tre ingredienti hanno permesso a Mario e Fiorentino di raggiungere vette insperate. Ed oggi ci sono i figli a raccogliere l’eredità


Carlo Bridi


Faedo. Nella storia di oggi cerchiamo di presentare seppur in sintesi, 45 anni di vita di due amici che uniti dalla stessa passione per il buon vino hanno dato vita ad un’azienda, la Pojer e Sandri. Partendo da 2 ettari di vigneti sulla collina di Faedo i titolari Mario Pojer, e Fiorentino Sandri, che nel 1975, all’età di 21 anni Mario, e 24 Fiorentino, hanno unito le loro forze e le loro energie, con un obiettivo: produrre in montagna vini di alta qualità con un grande rispetto dell’ambiente, senza mai scendere sotto i 450 metri di altitudine con i loro vigneti.

Un’azienda da 33 ettari

L’azienda nell’arco degli anni si è sviluppata particolarmente in Valle di Cembra dove si trovano ora la maggior parte dei vigneti dell’azienda che oggi si estende su 33 ettari.

Forte la vocazione verso la sostenibilità ambientale senza però perdere di vista quella economica. In quest’ottica furono antesignani nel piantare le viti resistenti a Grumes, dove in un’oasi circondata da boschi, quindi senza problemi di deriva, sono collocati ben 12 ettari di vigneti di varietà resistente il Solaris, tutti condotti oltre il biologico e il bio dinamico. Due dati per confermare questa affermazione: nell’arco di un decennio sono stati fatti solo 3 trattamenti con lo zolfo, zero con il rame, zero lieviti, zero erbicidi, zero solforosa, zero antiossidanti con il risultato che un collega giornalista le ha suggerito il nome: Zero infinito.

Ne vengono prodotte 30.000 bottiglie metà delle quali vanno all’estero ed il Giappone è il mercato più importante. Ma fin da subito il primo vino prodotto nel 1975 il Palau Müller Thurgau è stato un successo. Ora il totale delle bottiglie prodotte annualmente è di 200 mila di vino fermo e spumanti e 50 mila fra Merlino, il primo vino tipo Porto italiano, grappe, distillati di frutta, brandy e aceto di frutta e di vino.

La seconda generazione

Man mano che passavano gli anni anche i figli dei due amici crescevano ed ora i due figli di Mario e i tre di Fiorentino sono tutti impegnati in azienda con diversi ruoli. Tre di loro sono laureati. L’azienda da lavoro anche a personale esterno: i dipendenti fissi sono un quindicina, e 7-8 gli stagionali.

L’attenzione all’ambiente

Come accennato, Pojer e Sandri, hanno un rapporto di grande attenzione all’ambiente, di qui la scelta di piantare su oltre un terzo dell’azienda viti resistenti alle principali crittogame. «La nostra è una viticoltura ragionata -afferma Pojer - non abbiamo scelto il metodo biologico su tutta l’azienda perché impone i trattamenti anche di notte e molti appezzamenti sono in forte pendenza e immaginare i trattamenti di notte in Val di Cembra è una follia. Certo, per gli insetti da molti anni abbiamo scelto la confusione sessuale della quale il Trentino è leader visto che la pratica sul 100% dei vigneti». «La qualità è rimasta per noi sempre il faro di riferimento – sottolinea Mario - accarezzandosi i sui grandi baffi ormai famosi, e questo è sicuramente pagante. Anche quest’anno il Trentino Riesling che da quattro anni produciamo in purezza sui terreni vulcanici con base di porfido, a Cembra, ha avuto il riconoscimenti con i 3 bicchieri del Gambero Rosso, uno fra i 14 per i vini trentini che si sono divisi fra cantine sociali e cantine private». La sede della cantina è collocata a 500 metri sulla collina sopra San Michele, dove ha sede l’Istituto Agrario. Questa vicinanza anche fisica oltre alla grande apertura all’ospitalità di persone e progetti ha creato fra i ricercatori della Fem e i titolari dell’azienda una collaborazione costante che ha dato i suoi frutti eccellenti.

Una continua innovazione

Pojer e Sandri fin da subito si sono impegnati su più fronti nel solco della tradizione puntando costantemente alla innovazione con una serie di pratiche enologiche tese al raggiungimento della massima qualità. «Questo, sottolinea Mario Pojer, ci fa dire che la nostra azienda è attrezzata per cavalcare l’innovazione di prodotto e di processo che sono prerequisito per reggere su un mercato sempre più globalizzato e competitivo». Nei primi anni Ottanta l’azienda ha cominciato a produrre anche spumante trentino, nel 2005 le bottiglie prodotte erano 6000, nel 2019 sono state prodotte 10 volte di più, 60.000 bottiglie. L’uva usata è in prevalenza lo Chardonnay, prodotto in quota dove conserva un’ideale equilibrio fra zuccheri e acidità, «ma produciamo anche un Brut Rosè, metà Pinot Nero e metà Pinot bianco. Un altro spumante è per il 35% a base di Pinot Nero e per il 65% Chardonnay. Una nostra specialità - ricorda Mario - è il Merlino, il primo Porto italiano che produciamo dal 2004: viene fortificato con un vecchio brandy di propria produzione, un prodotto di grande successo commerciale».

Un ruolo particolare nella promozione sia dell’immagine che delle vendite è fatta con i nuovi social curati in particolare dai cinque figli di Mario e Fiorentino .













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