LA STORIA

Lascia la cooperativa per fare il viticoltore 

Denis Togn, di Roveré della Luna, ha 38 anni e per ben 14 è stato direttore  di un punto vendita: «Ora voglio ampliare la superficie da coltivare per puntare su qualità»


CARLO BRIDI


ROVERÈ DELLA LUNA. Il cognome Togn è famoso a Roverè della Luna e non solo, per i vini della famiglia Togn della Gaierhof, ma non è la sola famiglia con questo cognome impegnata nel settore viticolo c’è anche quella di Denis Togn, una persona che a 38 anni, dopo 14 anni di direzione di una famiglia cooperativa di Bronzolo, visto l’invito di papà Cristano che aveva sempre più bisogno di aiuto in azienda ha deciso di abbandonare il posto di lavoro fisso per dedicarsi all’azienda viticola di famiglia della quale nel gennaio del 2019, dopo un anno dall’entrata in azienda, ne è diventato titolare al posto del papà, ormai settantenne pensionato.

Certo, conversando con Denis, ci si rende conto che la direzione della famiglia cooperativa le ha dato una visione imprenditoriale, infatti, egli dimostra di avere chiare su ciò che dovrà fare per rendere la sua azienda viticola competitiva. «Abbiamo la fortuna di trovarci a Roverè della Luna, i cui terreni agricoli sono particolarmente vocati ad una viticoltura di qualità ma è necessario avere un’azienda di dimensioni idonee». Per questo, la prima cosa alla quale egli punta è quella di ampliare la superficie oggi limitata 2,2 ettari, decisamente inferiore alle dimensioni di un’azienda economicamente sostenibile. Denis vuole arrivare presto ai quattro ettari anche se a Roverè della Luna non è facile trovare terreni in affitto. Quando si spande la voce che è disponibile un appezzamento arrivano almeno una decina di richieste.

Dal punto di vista professionale, pur avendo frequentato negli anni Novanta, il triennio della scuola professionale di S. Michele all’Adige, si è trovato in difficoltà in quanto non è stato ritenuto idoneo per il conseguimento del brevetto professionale agricolo. È una incongruità perché all’epoca non esisteva la possibilità di frequentare un quarto anno. Per questo si è messo a studiare nuovamente frequentando il corso delle 600 ore della Fem. «Un corso - afferma - interessante per taluni aspetti tecnici perché la coltivazione della vite si è evoluta negli oltre 25 anni passati da quando ho conclusa la sua formazione scolastica all’Istituto Agrario di S. Michele».

Ora è in attesa della liquidazione del premio d’insediamento, già concesso, con il quale intende comperare subito una macchina per il diserbo meccanico delle viti visto che vuole abbandonare quello chimico, ma vuole rinnovare anche 5000 metri quadrati di vigneto, per fare un impianto più razionale e che punti decisamente alla qualità. «Certo - sottolinea -, il ruolo di mio papà in questo periodo è stato fondamentale perché prodigo di consigli frutto della sua lunga esperienza di viticoltore che mi hanno permesso di migliorare molto la mia azienda».

Uno degli obiettivi sui quali è impegnato Denis, è quello della costante riduzione dell’uso della chimica di sintesi in azienda. Ma ha anche un obiettivo molto concreto che vuole raggiungere presto: quello di riuscire a saldare il mutuo fatto per costruire casa nella quale abita con la sua compagna, una signora che non lavora in azienda ma come dipendente della Famiglia Cooperativa di Roverè della Luna.

A distanza di due anni e mezzo è pentito della scelta di abbandonare il posto fisso? «Non sono assolutamente pentito, anzi, lo rifarei ancora anche se devo ammettere che mi mancano i tanti contatti quotidiani con molti clienti che negli anni sono diventati amici. Gli amici sono dispiaciuti della mia scelta, ma mi dicono fortunato perché posso lavorare sul mio».

«Vista anche la mia lunga esperienza nel settore alimentare ho una particolare sensibilità verso la salubrità dei prodotti - afferma Denis -, per questo la mia attenzione nei confronti dell’ambiente è molto forte. Non possiamo dimenticare che noi viviamo tutti i giorni nell’ambiente che ci creiamo e che consumiamo i prodotti con più o meno residui chimici in base al nostro modo di coltivare. Per questo l’esperienza fatta nell’alimentare cerco di portarla in azienda. Coerentemente con papà abbiamo valutato molto bene anche la possibilità di passare all’agricoltura biologica ma non abbiamo ancora fatta la scelta perché non ci piace nemmeno la grande quantità di rame che usano i biologici, il rame è un metallo e rimane nel suolo».

A Togn preme sottolineare come il cambio di lavoro abbia comportato anche un cambiamento completo dei ritmi di lavoro, dello stile di vita più in generale, prima andando a Bronzolo tutti i giorni e dovendo dedicare al lavoro molte ore lo stress era molto maggiore di quello che si ha lavorando in azienda.

Denis Togn è molto soddisfatto della valorizzazione delle sue uve tutte di varietà fine, che fa la Cantina Sociale, «anche perché - sottolinea -, io credo molto nella cooperazione in tutti i settori. Certo - precisa -, ci vuole onestà e grande professionalità». Togn trova anche il tempo per dare una mano allo storico “gruppo donne Rurali” di Roverè, e di dedicarsi come amministratore in una cooperativa edilizia. Il suo hobby preferito è il computer.













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