giovani protagonisti

L’idea di Silvia: un pollaio con le ruote per avere uova davvero speciali

Silvia Anselmi, 26 anni, gestisce con la famiglia a Terzolas un’azienda zootecnica-frutticola con annesso agritur. “Punto su un’agricoltura sostenibile nel pieno rispetto della natura”



MALE’. Se c’è una cosa che differenzia l’agricoltura attuale da quella del passato, è il fatto che nelle aziende agricole famigliari si vanno ad inserire sempre più giovani donne. E non si tratta certo di sprovvedute, ma ragazze con un livello culturale di tutto rispetto. In questa nuova realtà un ruolo molto importante lo gioca anche la Fondazione Mach con l’Istituto Tecnico Agrario, e per chi ha frequentato un tipo diverso di scuola superiore, anche con il corso biennale delle 600 ore che permette alle ragazze/ragazzi fino a 40 anni di conseguire il brevetto di imprenditore agricolo, che, fra l’altro è propedeutico per accedere al premio d’insediamento, utile incentivo per avviare l’attività agricola.

E’ questo anche il caso della protagonista della nostra storia di quest’oggi che viene dalla Val di Sole, da Malé per la precisione dove ha la residenza, e Terzolas dove assieme alla famiglia gestisce fra le altre cose anche un agriturismo. Parliamo di Silvia Anselmi, 26 anni, che ormai prossima alla laurea in scienze e tecnologie alimentari presso l’Università di Parma.

Proprio la sua sensibilità nei confronti dell’ambiente la ha portata a scegliere questa facoltà. Ma al fine di conseguire anche una maggiore formazione imprenditoriale agricola, Silvia sta completando anche il corso per giovani imprenditori agricoli della FEM. "Un corso”, dice lei, “molto importante e di grande interesse, necessario per un’adeguata formazione sul ruolo dell’imprenditore agricolo”. E il premio d’insediamento chiediamo a Silvia? “Non ho fretta di chiederlo, intanto preferisco completare il corso”.

L’azienda di famiglia è tradizionalmente un’azienda zootecnica-frutticola con annesso un agriturismo. Ma Silvia ha voluto ampliare la gamma puntando anche sugli ortaggi biologici e su un allevamento di galline ovaiole. Un pollaio originale con le ruote che sposta man mano che le galline ruspanti esauriscono l’erba da beccare. Il risultato è quello di uova di particolare sapore. I prodotti ottenuti in parte vengono usati all’agritur e in parte venduti in azienda a km zero.

"Dopo i risultati positivi dello scorso anno, ora è mia intenzione proseguire con gli ortaggi e anzi ampliare l’attività anche con la serra”, sottolinea. Le varie attività dell’azienda danno lavoro a quattro persone ed il fratello minore sta frequentando la seconda classe sempre alla FEM.

Ma perché questa scelta, chiediamo a Silvia? “Fra università ed un periodo di lavoro fuori sono stata via da casa per diversi anni. Ebbene, proprio la lontananza da casa mi ha fatto riscoprire il paradiso della mia valle e la scoperta dell’agricoltura. Per questo poco più di un anno fa sono ritornata e mi sono impegnata nell’azienda oltre che seguire le lezioni all’Università”. E per il futuro? “I progetti che mi frullano in testa sono molti, ma non ho ancora idee molto chiare. Una cosa è certa, voglio proseguire sviluppando un’agricoltura sostenibile coltivando nel rispetto della natura e mi sono resa conto che questo è possibile. Certo, ci sono anche tanti sogni nel cassetto, che devo mettere in ordine prioritario, ma sicuramente il più importante è quello che la gente possa riscoprire le nostre radici agricole e comportare di conseguenza con un grande rispetto della natura e dell’ambiente”.

Visto che l’attività è molto impegnativa chiediamo se è pentita della scelta: “Assolutamente no, questa scelta mi rende felice e appagata. Vado avanti per piccoli passi con l’aiuto della mia famiglia che è molto importante ma proseguo nella strada intrapresa”. Ma quale modello di agricoltura ha in mente Silvia? “Già nel 2020 le mie attività in campo orticolo e dell’allevamento delle galline ovaiole è fatto andando oltre il biologico, in modo assolutamente naturale, seguendo con attenzione la rotazione delle colture e le consociazioni, e devo dire che le cose funzionano e i consumatori dei miei prodotti hanno dimostrato di apprezzare molto la qualità degli stessi. Sono profondamente convinta che un mondo migliore sia non solo possibile ma necessario per la nostra stessa sopravvivenza, ma penso che molto dipende dai nostri comportamenti, dalle nostre scelte quotidiane, io nel mio piccolo voglio dare l’esempio”.

"Fra Università, azienda e corso delle 600 ore non mi rimane molto tempo per curare i miei hobby, e poi ho anche il mio compagno che peraltro svolge un’altra attività ma quando può mi dà una mano. La mia scelta - conclude Silvia - è stata molto apprezzata anche dai miei amici di Università e se potessero la farebbero anche loro, ma manca loro la cosa fondamentale: la terra”.













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