Fondazione Caritro, conti ok 22 milioni per le erogazioni 

Il bilancio 2018. Ieri la presentazione del documento contabile. Fissato l’impegno finanziario per i prossimi tre anni. Graduale disimpegno dall’immobiliare. Si guarda ai mercati esteri 


Luca Petermaier


Trento. Il bilancio 2018 di Fondazione Caritro è stato presentato ieri ad un’affollata platea nella sede di via Calepina. A fare gli onori di casa la presidente del Comitato di Indirizzo Elena Tonezzer con al suo fianco (nella sua prima uscita pubblica) il neo presidente del Consiglio di gestione Mauro Bondi, che da maggio ha preso il posto di Michele Iori.

Le erogazioni

Nel triennio di programmazione 2020/22 - è stato detto - Caritro ha in programma lo stanziamento di 18 milioni di euro, cioè 6 milioni all'anno destinati alle erogazioni ai quattro settori di intervento: ricerca scientifica, educazione e istruzione, arte e beni culturali e volontariato e beneficenza. A questo budget si aggiunge un milione e 400 mila euro per anno, di risorse già stanziate dall’ente a valere sugli esercizi precedenti, utilizzate per incrementare la disponibilità delle erogazioni. La quota sale così a 7 milioni e 400 mila euro all'anno, in linea con il 2017 e il 2018.

I conti

Affiancato dal direttore generale Filippo Manfredi, il presidente Mauro Bondi ha illustrato, in sintesi, la situazione economica dell’ente alla fine dell’esercizio 2018. I ricavi totali ammontano a 25,8 milioni, di cui proventi straordinari di 12,8 milioni (in particolare 5,1 milioni dal Fondo Progressio II e 3,2 milioni da Cassa Depositi e prestiti). La gestione patrimoniale (-4,8 milioni) ha risentito - ha spiegato Bondi - «dell’andamento altalenante dei mercati alla fine del 2018». Ecco perché il Consiglio di gestione è corso ai ripari con la svalutazione di alcuni asset per un totale di 6,1 milioni: 4,1 milioni di partecipazioni in Ubi Banca e 1,9 milioni del Fondo immobiliare Clesio. In riferimento proprio al Fondo Clesio, Bondi ha spiegato che si tratta di una strategia ben precisa: «Vogliamo gradualmente disimpegnarci dall’immobiliare e soprattutto dagli investimenti nell’area delle Albere dove siamo esposti in modo non indifferente, ma con gli occhi sempre aperti in caso di ripartenza del mercato».

Sulla vendita (da alcuni contestata) delle azioni di Cassa depositi e prestiti (di cui il Trentino si erano occupato nei mesi scorsi) Bondi ha spiegato che «si è tratto di una piccola dismissione di una partecipazione ben più ampia che abbiamo in portafoglio».

Sguardo ai mercati esteri

Con un avanzo di esercizio pari a 13 milioni di euro e un valore della società che è cresciuto costantemente negli ultimi anni (dai 417 milioni del 2016 ai 441 del 2018), per il 2019 Fondazione Caritro vuole muoversi in una doppia direzione sui mercati: da un lato ha ridotto gli investimenti aumentando la propria liquidità («ora stiamo alla finestra in attesa del momento migliore per rientrare nei mercati» - ha spiegato il direttore Manfredi). Dall’altra la Fondazione intende diversificare le proprie partecipazioni dismettendo una parte del rischio Italia (che pesa per il 73%, di cui il 19% nella sola regione Trentino Alto Adige) per aumentare la quota di investimenti in Europa e nel mondo.













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