viticoltura

Fem al lavoro per produrre le viti resistenti alle malattie

Fra le 30 varietà che resistono alle principali patologie fungine (oidio e peronospora) quattro si sono dimostrate particolarmente performanti per essere coltivate in Trentino


Carlo Bridi


TRENTO. Fra le 30 varietà di viti resistenti alle principali patologie fungine (oidio e peronospora), solamente quattro si sono dimostrate particolarmente performanti per essere coltivate in Trentino. A queste vanno aggiunte le varietà Solaris, Sauvignier Gris e Pinot Regina provenienti da fuori provincia.

Le quattro sono frutto dell’attività di miglioramento genetico da parte dei ricercatori della FEM e che recentemente hanno ottenuto l’iscrizione nel registro nazionale delle varietà di vite, che sono già disponibili per la coltivazione in campo. Si tratta delle varietà Nermantis, Termantis, Valnosia e Chavir. “Ma attenzione, il fatto che queste varietà siano resistenti non vuol dire che non necessitano di trattamenti – spiega Maurizio Bottura responsabile del settore all’interno del CTT di FEM - in base alle annate sono necessari tre-quattro trattamenti, almeno uno prima della fioritura e gli altri dopo”. Determinanti sono le condizioni meteo del mese di giugno. Ma evidentemente i risultati che danno queste varietà di nuova generazione sono interessanti anche dal punto di vista ambientale, essendo viti che trovano la loro collocazione ideale nelle zone sensibili, come in prossimità di abitazioni e piste ciclabili, ma anche in funzione del raggiungimento dei nuovi obiettivi posti dall’Ue di abbassare fortemente l’uso dei prodotti fungicidi in viticoltura.

Sono questi i dati più significativi contenuti nel progetto di ricerca VEVIR coordinato dal Consorzio Innovazione Vite (CIVIT), che vede come partner oltre a Fem per gli aspetti scientifici, il mondo produttivo trentino con Cavit, Mezzacorona, Cantina Lavis, ma anche le Cantine Ferrari come partner molto interessati.

Un aspetto molto importante fra quelli emersi dalla ricerca è che anche i vini, ottenuti secondo le procedure di vinificazione svolte nella cantina di microvinificazione di FEM, sono di ottima qualità. I base spumante ottenuti dalle varietà a bacca bianca si sono dimostrate molto interessanti per l’ottimo equilibrio acidità grado zuccherino, mentre altri bianchi come il Pinot Regina hanno aromi ottimi paragonabili al Traminer. Le varietà a bacca rossa Nermantis e Termantis, figlie del Teroldego, hanno prodotto vini nettamente comparabili con quelli dei genitori.

In definitiva – afferma il referente FEM Sergio Moser - le prospettive dei vini ottenuti dalle varietà resistenti sono comparabili con quelli ottenuti dalla varietà europee”.

Il meeting di chiusura del progetto quadriennale si è svolto in diretta streaming e vi hanno partecipato un centinaio fra tecnici e produttori. In apertura dell’incontro sono intervenuti i vertici FEM e CIVIT. Il presidente FEM Cattani ha esordito affermando come con il progetto VEVIR la collaborazione integrata di ruoli ed esperienze ha portato a risultati molto interessanti e pienamente rispondenti agli obiettivi previsti, in grado di fornire un valido supporto ai viticoltori ed agli operatori commerciali, armonizzando la produzione in campagna con le necessità urgenti di preservare la salubrità del territorio. Il vice presidente di CIVIT, Fabio Comai, ha ricordato come il progetto abbia dato molte soddisfazioni ai vivaisti, anche perché sono state coinvolte le cantine del Trentino.













Scuola & Ricerca

In primo piano