Credito al consumo e mutui, crollo durante il lockdown 

L’analisi di Bankitalia. Colpite in Trentino in modo particolare le fasce della popolazione  con contratti a termine o con impieghi nei settori chiusi per mesi. Una contrazione già nel 2019


Fabio Peterlongo


Trento. Il lockdown di marzo e aprile ha causato una brusca frenata del credito al consumo e un crollo verticale della richiesta di nuovi prestiti.

Ad essere colpiti sono state in particolare le fasce di popolazione con contratto a tempo determinato e quelle occupate nei settori economici "chiusi" in conseguenza della pandemia da coronavirus. Lo riferisce il report di Banca d'Italia "L'economia delle Province autonome di Trento e Bolzano”, nel quale si dà anche conto della ridotta ricchezza delle famiglie trentine in seguito alla quarantena, che rischia una contrazione anche in conseguenza delle fluttuazioni dei mercati azionari ed obbligazionari. Al contempo crollano gli indicatori di fiducia nella propria sostenibilità economica. A rassicurare però sulla tenuta dei tassi d'interesse e del sistema creditizio, riferisce Bankitalia, sono gli interventi predisposti dalla Banca Centrale Europea.

Nel report si evidenzia la caduta verticale delle richieste di nuovi prestiti, che hanno registrato a marzo e aprile una contrazione superiore al -30% nel flusso di nuovi mutui rispetto al 2019. Ad essere particolarmente danneggiato da questa tendenza è il mercato immobiliare, che da solo rappresenta i due terzi dell'indebitamento delle famiglie. Anche l'acquisto di autoveicoli ha registrato una contrazione significativa a causa delle chiusure delle concessionarie. Nell'acquisto di beni durevoli (come le auto) si rileva infatti un rallentamento nella crescita al 9,4 % in provincia di Trento e del 7,4% in provincia di Bolzano, rispetto ai valori del 2019, rispettivamente del 12,2% e del 10,7% nelle due province. Una decelerazione repentina che ha confermato la tendenza flettente nelle nuove immatricolazioni registrata nei primi due mesi del 2020.

Nello scenario attuale il report di Bankitalia rassicura sulla tenuta dei tassi d'interesse sui prestiti alle famiglie, i quali non dovrebbero impennarsi grazie all'intervento della Banca Centrale Europea che ha mitigato l'impatto della crisi.

Ad essere maggiormente restii all'accensione di nuovi mutui e alla richiesta di nuovi prestiti sono le fasce sociali che hanno sofferto maggiormente l'impatto della crisi economica post-covid. Bankitalia individua in questo senso la popolazione lavoratrice con contratto a tempo determinato, che rappresenta il 10% della popolazione attiva in Trentino e che spesso vede venire meno il rinnovo contrattuale. A rinviare l'attivazione di un prestito sono anche i lavoratori dei settori completamente chiusi durante il lockdown, come turismo e ristorazione, che rappresentano il 17% della forza lavoro. Ed è una platea di lavoratori presente nel 41% delle famiglie trentine.

Il crollo della fiducia verso la propria capacità di spesa è testimoniato nelle ricerche condotte sulla popolazione del Nordest, e non solo relativamente alle province di Trento e Bolzano: dopo aver dato segnali di peggioramento già nel corso del 2019, la fiducia dei consumatori è crollata da marzo.

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