Coop sociali, conti in frenata E il Covid inizia a farsi sentire 

Il convegno di settore. Nel 2019 valore della produzione a 210 milioni, cala anche  la marginalità. Tre i candidati al cda di Federcoop: a Beccara, Cipriani e Monfredini



Trento. Le cooperative sociali, nonostante in molti settori – quali ad esempio l’assistenza agli anziani abbiano svolto un ruolo insostituibile, nel periodo del lockdown hanno pagato uno scotto molto alto in termini di occupazione: le ore di assenza dal lavoro hanno inciso dal 40 al 50%, e anche sul mese di maggio 2020 permane un’incidenza negativa del 40%.

Dati presentati ieri dal responsabile di settore Giuliano Bernardi al convegno di settore delle coop sociali e di abitazione. Sono 93 suddivise tra coop che offrono servizi socio-sanitari ed educativi (59, di “Tipo A”) e di inserimento lavorativo di persone svantaggiate (28, definite di “Tipo B”). 24 sono le cooperative di abitazione.

I dati economici

Nel 2019 erano circa 7.200 i lavoratori impiegati nelle cooperative sociali, di cui il 68% a tempo indeterminato. Il valore della produzione nel 2019 ammonta a 210 milioni di euro (+1,8%), in misura inferiore rispetto agli anni precedenti: 154 milioni di euro per le cooperative di tipo A, 56 milioni di euro per le coop di inserimento lavorativo di tipo B. Cala la marginalità (1,44% rispetto a 1,94% del 2018) e conseguentemente il risultato netto aggregato, che rimane comunque positivo. Cresce il patrimonio netto, che ammonta complessivamente a 83,4 milioni di euro (+6,5%).

Per le cooperative sociali di tipo A il valore della produzione nel 2019 è cresciuto dell’1,8%, il valore della produzione stimato per il 2019 è pari a 153,6 milioni di euro. Il risultato netto è di 2,2 milioni di euro.

Cresce l’occupazione del 2,6%: sono circa 4.600 i lavoratori impiegati in questo tipo di cooperative. Nelle cooperative sociali di tipo B la produzione nel 2019 è cresciuta del 2%, con un valore complessivo stimato pari a 56,4 milioni di euro. La marginalità media rimane molto bassa e in calo sul 2019. Meglio le cooperative di medie dimensioni, soffrono le più piccole. Il risultato netto ammonta a 500 mila euro. Sono 2.300 i lavoratori in forza nel 2019, in calo rispetto all’esercizio precedente del 3,5%.

Sig

La presidente del collegio sindacale Patrizia Gentil e il direttore generale Alessandro Ceschi hanno evidenziato l’attività portata avanti in questi mesi dalla Federazione a favore del settore e i principali dossier aperti. Il risultato più importante dal punto di vista simbolico e politico del rapporto con le istituzioni provinciali sta tutto in una sigla: “Sig – servizi di interesse generale”. La definizione è contenuta nell’articolo 28 della legge provinciale n. 3/2020 recentemente approvata dal Consiglio Provinciale che qualifica i servizi socio-assistenziali, socio-sanitari, educativi e scolastici, socio educativi per la prima infanzia quali servizi di interesse generale (Sig) ai sensi del diritto europeo.

I candidati

I candidati espressi dal convegno del settore sociali e abitazione sono Francesco a Beccara, avvocato, presidente della cooperativa Alpi, Italo Monfredini, direttore generale del Gruppo Spes e Serenella Cipriani, presidente del consorzio Consolida. Monfredini e Cipriani sono consiglieri uscenti della Federazione. Non sono passati gli altri candidati proposti, Sandra Dodi (Città Futura) e Sara Ghezzer (Neuroimpronta).

Al convegno ha partecipato anche il candidato alla presidenza Roberto Simoni: «Voi siete la cooperazione più vera, un servizio insostituibile a favore di persone deboli e svantaggiate».













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