Chiusura alla domenica: i supermercati ci pensano 

Commercio. Dao apre al dialogo: «Ragioniamoci». Sait possibilista: «Se lo fanno anche gli altri...». E i sindacati cercano di insinuarsi nello spiraglio: «Apriamo un confronto»


Luca Petermaier


Trento. Tra i tanti tabù che il Covid ha rimesso in discussione c’è anche quello delle aperture domenicali dei supermercati. Una specie di totem intoccabile fino a quando la pandemia non ha cancellato (o modificato) le abitudini più consolidate, facendoci capire che sì, si può vivere anche senza supermercati aperti la domenica.

La giunta provinciale trentina, fin da subito, si è dimostrata sensibile al tema, imponendo con un’ordinanza la serrata domenicale e vincendo in questo modo le resistenze dei gruppi nazionali della grande distribuzione. La chiusura domenicale rimarrà tale per ordine del governatore Maurizio Fugatti fino al 14 giugno. E poi?

Le aziende cominciano a far di conto e, par di capire, non appaiono intenzionate ad erigere le barricate per tornare ad aprire le domeniche. Da questo punto di vista i presidenti dei due consorzi di secondo livello più importanti della provincia, Sait e Dao, viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda: «Per noi non ci sarebbero problemi - spiega Ivan Odorizzi del gruppo Dao-Eurospin - ma ci sono altri operatori che hanno fatto degli investimenti e voglio tornare ad alzare le serrande la domenica. Lo capisco».

Il presidente di Sait Roberto Simoni è ancora più chiaro: «Per quanto ci riguarda, nelle aperture domenicali la priorità andrebbe data ai supermercati nelle zone turistiche. A Campiglio, Pinzolo, Riva o Cavalese se tieni chiuso la domenica in alta stagione poi non recuperi gli altri giorni della settimana. Discorso diverso, invece, per gli altri punti vendita. Non abbiamo fatto ancora i conti, ma in effetti nelle grandi superfici di Trento o Rovereto, se si chiude la domenica, il cliente farà la spesa il sabato o il lunedì mattina, quindi non credo ci sarebbero problemi di fatturato. Certo, il punto è: se tutti lo facciamo ha un senso, ma se qualcuno rompe il fronte e decide di tornare ad aprire la domenica, noi non possiamo che adeguarci».

I marchi della grande distribuzione organizzata operanti in Trentino sono tanti e mettersi tutti d’accordo sarà difficile. Tanto più che un primo “altolà” alla chiusura domenicale è già arrivato da Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Nord Est: «Con le domeniche chiuse - afferma l’ad Francesco Montalvo - i nostri negozi perdono quasi un milione di euro a settimana in regione. Siamo come un servizio essenziale e dunque dobbiamo offrire un’apertura costante».

Dentro questo difficile equilibrio commerciale, tenta di trovare un varco per insinuarsi il sindacato che intravede la possibilità concreta di aprire un confronto: «Sediamoci al tavolo e parliamone insieme senza pregiudizi» - spiega Walter Largher a nome della Uil . «Noi siamo disposti a ragionare senza pregiudizi. Ci facciano vedere i conti di questi mesi e ci dicano se hanno perso fatturato, cosa che io non credo visto che gli ultimi dati parlano di un aumento del 7% del fatturato della gdo del Nord Est. Questa è un’occasione irripetibile per far vedere che il Trentino è una terra dove si ha il coraggio di fare scelte in favore della qualità della vita delle persone, senza che questo incida sui conti delle aziende».

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