Cassa integrazione, dall’Ue un “regalo” da 100 milioni 

Disoccupazione. Questa, secondo la Cgil, la stima della quota che spetterebbe al Trentino dal maxi fondo europeo “Sure” da 100 miliardi. Ad oggi richiesta la Cig da 27 mila lavoratori


Luca Petermaier


Trento. Sono (aggiornati a ieri) esattamente 4327 le aziende trentine che hanno presentato domanda di cassa integrazione ordinaria al Fondo di solidarietà. «Più o meno la metà delle aziende che lo compongono» - sottolinea il segretario generale della Cgil Andrea Grosselli, che del Fondo è anche presidente. «Il che - prosegue Grosselli - significa che circa 27 mila lavoratori si trovano al momento nelle condizioni di dover richiedere la cassa integrazione, ma questa cifra potrebbe lievitare se lo stop alla produzione durasse ancora a lungo». A questi dati vanno aggiunte altre 110 domande di aziende per la cassa in deroga.

Il problema è che la dotazione del Fondo - inizialmente di 14 milioni (propri) a cui se ne sono aggiunti altri 8,5 dallo Stato - risulterà presto insufficiente. La speranza è che Roma conceda a breve il resto delle risorse promesse e su questo la Provincia si sta muovendo con una “interlocuzione” (come si dice in gergo) tra il presidente di Agenzia del Lavoro Riccardo Salomone e i ministeri delle finanze e del lavoro. «C’è la concreta possibilità - continua Grosselli - che già nella legge di conversione del decreto 18 vengano stanziate delle risorse specifiche per i Fondi di Trento e di Bolzano che dovrebbero essere ulteriormente rimpinguate con il nuovo decreto che sarà invece varato alla metà aprile».

L’obiettivo iniziale di avere una dotazione complessiva (tra risorse proprie e dello Stato) pari a 60 milioni di euro si rivela oggi insufficiente.

Per questo risultano quanto mai provvidenziali le risorse che l’Europa (la stessa che il governatore Maurizio Fugatti ha attaccato con la pubblicazione del video dell’ammaina bandiera) ha stanziato per sostenere la cassa integrazione degli Stati membri attraverso il Fondo “Sure” che avrà una dotazione complessiva di 100 miliardi di euro.

Queste risorse dovranno essere ripartite tra i governi e i criteri non sono ancora noti. «Possiamo immaginare, però - spiega il segretario Grosselli - che per la ripartizione verrà scelto il criterio del numero di abitanti del singolo Stato. Così facendo l’Italia potrebbe contare su una dotazione di circa 10 miliardi di euro e - sempre sulla base del rapporto tra la popolazione del Trentino rispetto a quella nazionale - la cifra che ne esce destinata alla nostra provincia autonoma ammonterebbe a 100 milioni di euro».

Il segretario della Cgil - che in questi giorni lavora in una sede del sindacato vuota, ma con ritmi serrati come mai era capitato prima - ricorda che attualmente stanziati dalla Provincia risultano «appena 4 milioni di euro, vale a dire lo 0,02 del Pil provinciale. Un’inezia - sottolinea Grosselli - visto che il resto degli interventi messi in campo da Piazza Dante altro non sono che differimento di pagamenti, come i 90 milioni dell’Imis. Quindi siamo a 100 Europa contro 4 Provincia. Quindici giorni fa le critiche di Fugatti ci potevano stare, ma oggi no, considerando anche la mole di acquisti di titoli di debito italiani che la Bce sta acquistando e senza cui oggi ci troveremmo con uno spread ben oltre i 300 punti base».













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