Carige, carte alla Bce I dubbi degli esperti sul ruolo di Ccb

Trento. Mentre è attesa per oggi la formalizzazione dell’operazione di salvataggio di banca Carige da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) che dovrebbe quindi inviare la...



Trento. Mentre è attesa per oggi la formalizzazione dell’operazione di salvataggio di banca Carige da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) che dovrebbe quindi inviare la documentazione relativa alla Bce, in ambienti finanziari tiene ancora banco la discussione circa il coinvolgimento di una banca di credito cooperativo (quale è la capogruppo Ccb che ha come proprie socie le Casse Rurali) nella delicata e complessa operazione finanziaria per salvare una banca di natura giuridica completamente diversa, essendo una spa. È un’operazione coerente con la ratio della riforma del credito cooperativo? e soprattutto: è opportuna e sostenibile da parte di Ccb?

Su questi temi si è espresso in un lungo articolo apparso sulla rivista online “Start Magazine” Marco Bindelli, vice presidente e consigliere delegato ai rapporti con il credito cooperativo e le Capogruppo del Banco Marchigiano-Credito Cooperativo (gruppo Ccb). Nella sua puntuale disamina, Bindelli sottolinea due aspetti di dubbio rispetto all’operazione Carige. «Anche bypassando il tema della legittimità costituzionale della riforma del credito cooperativo - sottolinea Bindelli - ed ipotizzando che l’operazione Carige possa essere considerata perfettamente lecita e coerente con le finalità mutualistiche del Gruppo bancario cooperativo, la legge di riforma, l’oggetto sociale della capogruppo, il contratto di coesione e l’accordo di garanzia sottoscritti dalle Bcc e la capogruppo, appare logico chiedersi, anche per rispetto del principio di sana e prudente gestione che deve caratterizzare ogni Banca, se sia questo il momento opportuno per imbarcarsi in una tale importante operazione prima di aver risolto il problema delle Bcc in difficoltà; proceduto ad efficientare le Bcc e, soprattutto, prima ancora di aver affrontato lo scoglio dell’Asset quality review (Aqr) e degli investimenti tecnologici».















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