La cantina

Cantina Toblino, raffica di premi e liquidazione record ai soci

Per il conferimento delle uve prodotte ben 150 euro a quintale. Riconoscimenti anche per la sostenibilità e l’etica. Il direttore De Biasi: «Un grande onore e una grande responsabilità»


Carlo Bridi


TOBLINO. La Cantina Toblino, una piccola realtà nel contesto delle cantine trentine, sta mietendo una serie di premi importanti su diversi fronti: su quello della gestione del bilancio, come sul fronte della sostenibilità e dell’etica, per non parlare dei 3 bicchieri ottenuti ancora una volta con il vino Nosiola.  

Il tutto in un contesto che la vede svettare fra le migliori cantine sociali del Trentino come liquidazione ai soci: 150 euro a quintale è sicuramente una bella valorizzazione delle uve prodotte dai 690 soci.

Il premio sul piano bilanci.

La rivista trimestrale Industria Felix Magazine in collaborazione con l’Università Luiss e l’associazione culturale Felix con il patrocinio di Confindustria e Simesi, dopo un’attenta analisi di un grosso numero di aziende italiane ben 850 mila, che hanno dimostrato la loro solidità e affidabilità finanziaria sulla base del Cerved Group Score, Impact una delle più importanti agenzie di rating in Europa, ha riconosciuto la Cantina Toblino fra le aziende più solide. La premiazione giovedì scorso assieme ad un’altra azienda trentina, la Unifarm con la presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Messina.

Riconoscimenti a livello mondiale per la sostenibilità e l’etica.

Sicuramente i riconoscimenti più ambiti a livello mondiale sono quelli per la sostenibilità e per l’etica, perché hanno radici molto profonde e vengono da lontano. Il dato di partenza è quello che dei 900 ettari di vigneti coltivati dai soci, ben 500 ossia la maggioranza, sono coltivati con il metodo biologico o sono nella fase di conversione.

Senza dimenticare che il Distretto biologico Valle Laghi ha visto nei dirigenti della Toblino i fondatori ed ora il soggetto trainante, afferma il direttore Carlo De Biasi a Londra per ritirare il riconoscimento. «Per noi trovarci da soli a rappresentare a livello mondiale non solo il Trentino, ma tutta l’Italia, ed ottenere una menzione speciale è stato un grande onore ma anche una grande responsabilità». Non abbiamo vinto ma siamo stati fra i cinque finalisti in una competizione dove c’erano aziende vitivinicole di tutti i continenti. Dagli australiani, al Cile, agli Stati Uniti, ai migliori produttori europei».  

Su ambedue le categorie sostenibilità ed etica la rivista inglese The drinks business, ha indicato la Cantina Toblino nella cinquina dei finalisti. «Ma non solo», prosegue De Biasi, «visto che sono a Londra, sono andato a far visita alla più importante enoteca del mondo dove siamo presenti con ben otto dei nostri vini».

E la Brexit ha inciso sulle vostre vendite? «No», risponde il direttore, «perché il nostro segmento è quello dei vini di alto livello e questi non hanno subito riduzioni nell’export».

In questo modo il presidente Bruno Lutterotti vede realizzarsi a livello locale quello che era il suo sogno per tutta la viticoltura trentina. Ma evidentemente i tempi di maturazione dei dirigenti e soci delle altre cantine sono molto diversi da quelli della Toblino al punto che questo suo desiderio di accelerare gli è costato la presidenza di Cavit. Ora una piccola rivincita, ha dimostrato che il suo sogno di una viticoltura trentina coltivata in modo più sostenibile è un sogno realizzabile. D’altro canto la liquidazione ai soci per le uve conferite ne è una prova evidente.

Dal canto suo il direttore De Biasi, che ha creduto fin da subito all’idea del presidente è molto soddisfatto e vede in questi risultati il miglior riconoscimento del suo lavoro e di quello del sua staff.













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