Dillo al Trentino

«Il gatto è morto dopo essere stato avvelenato dalle esche dei vicini»

La segnalazione: «Faccio un appello ai sindaci della val di Non, basta all’utilizzo indiscriminato di sostanze tossiche nelle campagne e negli orti vicino alle abitazioni». Avete una segnalazione? Mandate una mail a dilloaltrentino@giornaletrentino.it

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VAL DI NON. Con il ritorno al lavoro nei campi e negli orti, tornano i casi di moria di animali domestici a causa dei veleni sparsi, nonostante da un anno sia in vigore il divieto di usare esche avvelenate almeno in campagna.

Ma tali divieti non vengono sempre rispettati.

Anna, che abita in val di Non e che preferisce però non dare indicazioni precise sulla località visti i problemi con i suoi vicini, ha scritto una mail a dilloaltrentino@giornaletrentino.it per raccontare la triste fine di un gatto ucciso proprio dal veleno usato dai suoi vicini.

Scrive Anna: «Era la notte di Natale di un anno fa quando un giovane gatto nero si presentò alla finestra fra l’edera in cerca di cibo o di un po’ di affetto, quello che altri gli avevano negato.

Aveva poi deciso di stanziare nella zona e di accontentarsi di quel poco che si conquistava alzandosi in piedi per toccare con una testata la mano umana.

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Forse veniva da qualche casa del vicinato? Non si è mai saputo, ma col tempo, le sue comparse si facevano sempre più frequenti  fino a farsi giornaliere e fino a farsi dare anche un posticino riparato per la notte.

Non aveva buoni rapporti con gli altri animali della casa: lo vedevano nero e per questo era diventato il terrore di gatti e galline; anche il cane partecipava al coro che lo contestava.

Ma lui era simpatico e affettuoso e delle galline, che starnazzavano al suo arrivo, “se ne fregava”. Qualche dispettuccio lo faceva agli altri gatti per rivalsa. Anche il cane, piano piano, più che altro per ubbidienza, stava imparando a rispettarlo.

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Per lui si avvicinava il tempo di far parete dei gatti di casa ma...

Da qualche giorno, le crocchette alla finestra rimanevano lì. Si pensava che si aggirasse nei prati inseguendo i voli primaverili degli uccelli o che fosse girovago in cerca d’amore, ma una mattina d’aprile è stato trovato morto all’angolo della casa.

Già, è il tempo degli orti e qualcuno dei vicini non ci pensa due volte a spargere veleno tutt’intorno: le lumache, i topi...

Non importa se quel veleno è causa di morte e sofferenza! Non importa se qualcuno deve piangere la morte dei propri animali. Quel che conta è non condividere con intrusi dell’orto l’insalata! Nella Val di Non questo conta più del rispetto della vita e del rispetto di quegli affetti di cui si ignora il valore.

Ora non resta che un appello ai sindaci affinché si vieti (e si attivino adeguati controlli) l’utilizzo indiscriminato di sostanze tossiche e esche avvelenate, in particolare nelle aree adiacenti le abitazioni, al fine di tutelare la vita degli animali che con noi condividono le aree urbane e al fine di rendere salubre l’ambiente dove anche i bambini possono trovarsi a giocare ed inconsapevolmente ingerire prodotti tossici. Arriviamo a prendere in considerazione anche questo problema se non vogliamo che si debba continuare a dire  che la civiltà non abita qui», conclude Anna.

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