TRENTO. Maria è una operatrice socio sanitaria che soffre di una malattia invalidante che non le permette di lavorare di notte. E questa sua patologia è stata la principale causa delle molte porte in faccia che ha ricevuto quando si è presentata ai colloqui dopo avere mandato numerosi curriculum nella sanità pubblica e in quella privata.

Maria aveva raccontato la sua storia nei giorni scorsi a “Dillo al Trentino”, per denunciare il controsenso tra l’allarme lanciato da più parti per la mancanza di operatori sanitari qualificati, per cui a parole ci sarebbero le porte spalancate per lavorare, e i numerosi “Le faremo sapere” che invece lei si è sentita dire ai colloqui di lavoro, quasi sempre seguiti da un silenzio assordante.

Il suo caso ha suscitato numerose reazioni, tra cui anche chi è pronto a suggerire una possibile soluzione al suo caso.

Un infermiere ha infatti scritto una mail a dilloaltrentino@giornaletrentino.it dopo aver letto la storia di Maria.

LA MAPPA INTERATTIVA DELLE SEGNALAZIONI

«Buongiorno, vi scrivo in merito all'articolo che ho letto sul vostro giornale riguardante la difficoltà di Maria, Oss, a trovare lavoro per la sua patologia che non le consente di svolgere turni notturni.

Sono infermiere presso Anffas Trentino Onlus, nello specifico lavoro a Nuova Casa Serena di Cognola, struttura residenziale per persone con disabilità psico-fisica.

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Nella mia struttura non è richiesto il turno notturno, facciamo solamente mattine e pomeriggi; cercano Oss molto spesso, per cui potete suggerire a Maria di inviare lì il curriculum oppure di portarlo direttamente di persona».

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