Storie del Baldo e del suo lago Tutto in un libro 

Freschi di stampa. Sono 42 racconti corredati di schede dettagliate Autori i trentini Mauro Neri e Silvia Vernaccini, con Maurizio Marogna


Renzo Francescotti


Trento. “Suso in Italia bella giace un laco / a piè dell’Alpe che serra Lamagna / sovra Tiralli c’ha nome Benàco…” canta il sommo Dante nel canto XX dell’Inferno. Da allora i libri sul lago di Garda e sul monte Baldo che lo guarda dall’alto non si contano. L’ultimo, fresco d’inchiostro, è questo “Storie del Monte Baldo e del suo lago” edito dalla veronese CIERRE Edizioni, un volume di 450 pagine firmato dai trentini Mauro Neri e Silvia Vernaccini e dal veronese Maurizio Marogna. Neri è uno scrittore e giornalista con al suo attivo più di 250 libri (avete letto bene: duecentocinquanta !) di leggende ( di trentine ne ha pubblicate mille in un recente volume), fiabe, racconti e romanzi. Silvia, sua moglie, lo segue in scia con 90 libri d’arte e di itinerari turistici. Marogna è un personaggio poliedrico: giornalista, insegnante, istruttore subacqueo, velista, arrampicatore, grande conoscitore del Baldo. Lui e la Vernaccini sono gli autori delle schede di approfondimenti culturali, naturalisti ed escursionistici che arricchiscono l’opera . Ma è Neri, con i suoi 42 racconti, ambientati sia nella parte trentina che veneta dei 14 Comuni che gravitano sul Monte Baldo, a fare la parte del leone. Ci conosciamo da quasi una vita, abbiamo lavorato assieme per tre anni nella rivista “Poster Giovani”, una rivista per ragazzi che poteva vantare quasi ottomila abbonamenti, troppo bella perché non facesse invidia a qualcuno che ne decidesse la fine. Ciò che non finisce mai di stupirmi in Mauro( oltre la sua produzione fluviale) è la sua capacità di “mimesi”, ovvero di immedesimazione, che sta alla base di tutti i suoi libri. Una qualità che implica molte altre componenti: immaginazione, psicologia , flessibilità, disponibilità, curiosità, entusiasmo … Sono componenti che sì rivelano - con maggiore o minore capacità di coinvolgimento ed esito - in racconti come (solo per citarne qualcuno) “Orso nella Notte”(Sano di Mori, Grotta del Colombo); “La ricetta della Quinta Essenza” (Brentonico, Castione); “Il brigante Nicolò del Baldo” (Rivoli Veronese);”I misteri della Tanella” (Torri del Benaco, Pai di Sopra).Qualche parola in più su due racconti, uno del Baldo Trentino e l’altro di quello Veronese. Ne “I futuristi alla battaglia” è uno di loro che scrive una lettera raccontando del combattimento a Dosso Casina durato quattro giorni: ” Il sapore della vittoria è inebriante, euforizzante, entusiasmante, galvanizza gli animi e infuoca le menti: ci sentiamo giganti onnipotenti, come statue dell’era classica che rivivono le battaglie di Maratona e delle Termopili, di Canne e di Zama…Novelli legionari di una Roma potente imbracciamo i nostri gladi per difendere la terra in cui siamo nati e per riconquistare quella che gli stranieri ci hanno rubato!” Rivive il linguaggio ultranazionalistico dei futuristi che già contiene il virus del fascismo. Con “L’autogrill dei Romani” facciamo un salto indietro di 21 secoli: l’immedesimazione è in una stazione di posta romana del 110 a. C. a Brentino Belluno, sulla Via Claudia Augusta e nel personaggio del cuoco Simplicio che prepara un piatto di tartufi locali per un importante magistrato romano di passaggio. In poche rapide pennellate ritratto di Simplicio: “Una voce stridula e gracchiante che rompeva timpani, un continuo correre avanti e indietro ansimando e sproloquiando tra sé e sé mentre si asciugava di continuo il sudore dalla fronte…” Un libro vivo, tutto da gustare e da ”camminare” .















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