Quando cultura, arte e natura fanno rima con la montagna

Trento. Fra arte e natura c’è l’equazione che coniuga la cultura con la montagna. Sul territorio sono due le iniziative promosse dal Muse di Trento, ed ambedue hanno la forma dell’esposizione con gli...



Trento. Fra arte e natura c’è l’equazione che coniuga la cultura con la montagna. Sul territorio sono due le iniziative promosse dal Muse di Trento, ed ambedue hanno la forma dell’esposizione con gli allestimenti grazie alla riapertura del Giardino Botanico Alpino delle Viote sul Monte Bondone e del Museo Geologico di Predazzo.

Sono le opere di Irene Trotter, in ricordo della frana di Fiès, quelle in allestimento fino al 12 luglio al Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo. L’artista Irene Trotter con le sue opere “Fiès, quando la geologia diventa arte” conduce il visitatore a ritroso nel tempo, a quel 1924 quando si produsse l’evento geologico che oggi viene fermato nel gesto artistico. Centrali in questa esposizione sono le opere ispirate al colore e alle forme delle rocce riportate alla luce dalla frana di Fiés, nei dintorni di Predazzo. L’artista fassana, con uno sguardo estetico sul materiale litico, include nella sua opera i segni e la solidità della materia, dando vita a suggestivi collage d’autore. La realizzazione delle opere nasce dalla proiezione delle diapositive fotografiche degli scatti originali di Alessandro Antico sulla tela, utilizzate come traccia per le campiture di colore. In questo modo, con acuto senso estetico, Irene crea i suoi primi lavori Ne deriva una serie di opere che, come afferma l'artista, “evocano paesaggi primordiali, fotografie del mondo di 250 milioni di anni fa”. In un secondo periodo Irene indaga la possibilità di inserire la pietra nelle sue composizioni. La pietra si materializza, la roccia entra a far parte dei quadri diventando elemento decorativo: frammenti di rocce si dispongono così a mosaico creando una superficie tattile.

Dalle Ande al Ruwenzori, dal Teide al Kinabalu invece alle Viote fino al 30 settembre è visitabile un'esposizione unica con cui ripercorre un giro del mondo "tropicale" esplorando 13 zone differenti sopra i 2000 metri. S'intitola “Milimani. Biodiversità in quota tra il Tropico del Cancro e del Capricorno” la mostra fotografica che dalle Ande al Ruwenzori, dall’Ethiopian Plateau alla Papua-Nuova Guinea, dal Teide al Kinabalu vedono immortalate dagli scatti le catene montuose anche imponenti o singole “sky island”, svettanti ben oltre i 2000 metri rispetto ai territori circostanti, sono ampiamente presenti anche nella fascia intertropicale. La mostra “Milimani. Biodiversità in quota tra il Tropico del Cancro e del Capricorno” è visitabile al Giardino Botanico Alpino delle Viote, in queste settimane nel pieno del periodo di massima fioritura.

K.C.

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