Nelle lettere alla moglie un Degasperi inedito e una donna da riscoprire 

Storia e memoria. Presto nelle biblioteche trentine in nuovo libro della Fondazione Nello scambio epistolare la storia di un amore nato in Valsugana e durato tutta la vita


Delia Lorenzi


Trento. “Mamma cara, per te deve essere un gran conforto il pensiero di aver condiviso con lui tanta parte della sua vita: di non averlo abbandonato nelle ore più buie, di averlo aiutato a essere quello che era, deciso, coraggioso, senza indietreggiare mai di fronte alle responsabilità”. Era il 19 agosto 1954: mentre l’Italia piangeva Alcide De Gasperi, uno dei protagonisti della rinascita postbellica, la sua figlia terzogenita, suor Lucia, indirizzava alla madre Francesca queste parole, che descrivono l’intensità e insieme la delicatezza di quella che fu una bellissima storia d’amore. Una storia che meritava di essere raccontata e che oggi possiamo rivivere tra le pagine di Alcide e Francesca, il volume che Paola De Gasperi, la più giovane delle loro figlie, ha scritto con la collaborazione di Marco Odorizzi, direttore della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi. Non un saggio, non un romanzo epistolare, ma un racconto, una storia come si legge nel sottotitolo, che partendo dalle lettere che i due protagonisti si scambiarono ripercorre le vicende di un rapporto nato nella Valsugana del primo dopoguerra e capace di sfidare a testa alta i drammi del Novecento. Ne emerge un ritratto inedito di De Gasperi: ironico, affettuoso, innamorato. Spesso diverso da quell’uomo austero che spesso siamo portati a immaginare. Ma è soprattutto la figura di Francesca Romani a stupire il lettore: grazie alle sue lettere, che nel libro vengono pubblicate per la prima volta in assoluto, colei che molto spesso ricorre nei testi di storia solo come “la moglie dello Statista” si rivela in tutto il suo spessore. Proprio come avrebbe voluto Alcide, che già nel dicembre del 1921, pochi mesi prima delle nozze, le scriveva: «Ti voglio libera compagna, amica di pari iniziativa e indipendenza, e nulla mi ripugna di più che il farti da maestro e frugare nella tua coscienza». Di tredici anni più giovane di Alcide, Francesca non aveva mai mostrato alcun affanno a porsi alla pari con un uomo che pure all’epoca era già un leader politico di caratura nazionale. Donna colta, profonda di fede e libera di pensiero, era nata nel 1894 a Borgo Valsugana ma si era formata tra Trento, la Germania e l’Inghilterra e parlava correttamente italiano, tedesco, inglese e francese. Sposando Alcide, aveva accettato una vita impegnativa, costellata di rinunce almeno quanto di soddisfazioni. Prima la distanza cui spesso l’attività politica del marito li costringeva, poi le difficoltà e le preoccupazioni sempre maggiori a mano a mano che l’affermazione del fascismo faceva di De Gasperi un oppositore da mettere a tacere. Senza mai indurlo ad alcun arretramento, Francesca sarà sempre al suo fianco, anche quando nel marzo del 1927 vengono arrestati insieme con un’accusa pretestuosa. Dopo una breve detenzione, Francesca sarà rimessa in libertà, ma per mesi dovrà fare la spola tra Trento e Roma per non far mancare le sue cure né alle sue bambine, Maria Romana e Lucia (cui poi si aggiungeranno Lia e appunto Paola), né al marito ancora incarcerato. “Mentre nel silenzio della tua cella ascolti i battiti del tuo cuore sappi che un altro cuore gemello batte all'unisono, e questo pensiero ti conforti nei momenti più tristi”: lettere come questa descrivono bene la forza di un legame, che consentirà ai due sposi di superare le tante avversità di una vita sempre in prima linea.

Arriverà poi l’ora del riscatto, quando sulle rovine della seconda guerra mondiale Alcide prenderà per mano l’Italia avviando la ricostruzione. Assistiamo allora alla gioia di Francesca nel vederlo finalmente tornato a battersi per quel bene comune, che fin da giovane aveva considerato come “la sua missione”. Ancora una volta moglie e marito condividono attese e progetti, oltre a qualche immancabile amarezza. E ancora una volta, nei momenti importanti Francesca c’è. Come quando il 12 maggio 1954 da Stasburgo scrive alle figlie che “Papà ha avuto ieri un successone per la nomina, ad acclamazione generale, dell’Assemblea della Comunità Europea Carbone ed Acciaio”. Il sogno europeo diviene l’ultimo atto di una vicenda appassionante e a tratti commuovente, che si arricchisce così di una nuova, interessante prospettiva.

Il volume, edito dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi come strenna di inizio anno, sarà presto disponibile nelle biblioteche del Trentino e giunge a coronamento della prima fase di raccolta dell’epistolario degasperiano, oggetto di un vasto progetto di ricerca e consultabile sul portale epistolariodegasperi.it.













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