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Mathieu, prima del Goncourt un altro grande romanzo

"Come una guerra": la periferia francese e la crisi economica, raccontate con toni più noir e thriller


Maurizio Di Giangiacomo


Nel 2018 il Premio Goncourt con E i figli dopo di loro, favoloso romanzo di formazione, straordinario affresco della periferia francese, dei disastri della crisi economica post-industriale e delle sue conseguenze anche sulle nuove generazioni: l’ascensore sociale che non funziona più, le droghe, la violenza e la microcriminalità come unica risposta alla disoccupazione. Ma nel 2014 Nicolas Mathieu aveva già bussato al grande successo con Come una guerra (oggi pubblicato in Italia da Marsilio, sempre con la traduzione dal francese di Margherita Botto, 396 pagine, 18,50 euro), che forse non valeva il Goncourt, ma conferma tutto il talento del 42enne di Epinal. Ambientata proprio nei Vosgi, l’opera prima del romanziere francese è più spiccatamente noir, non è priva di letterarietà ma indulge un po’ troppo al thriller e finisce quasi per cadere nello splatter. Lo sfondo sociologico è però lo stesso del capolavoro tradotto in trenta lingue nel 2018. Protagonisti Martel, sindacalista, e Bruce, operaio della Velocia, azienda dell’automotive in crisi da anni, della quale è stata già decisa la chiusura. Brutto affare in un dipartimento nel quale tutte le altre fabbriche hanno già abbassato le saracinesche. Specie per Martel, che per pagare la salatissima retta della casa di riposo della madre ha attinto al fondo del consiglio di fabbrica: messo alle strette, ricorre alle brutte amicizie del collega (tossico e piccolo spacciatore) che, in cambio dei soldi, gli chiedono di rapire una giovanissima prostituta. Lui e Bruce non hanno fatto i conti con Rita, ispettrice del lavoro della quale Martel è anche invaghito, unico squarcio di luce in una storiaccia nera nella quale si agitano anche due adolescenti: la procace e disinibita Lydie e il suo impacciatissimo spasimante Jordan, figlio di un collega di Martel e Bruce: a loro basta sbronzarsi, fumare shit e fare all’amore per stare bene e chiudere tutto il mondo fuori. Oppure no?













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