Lo show di Andrew Basso fa sparire anche i confini 

Il personaggio. L’escapologo trentino è a casa, reduce da un tour europeo e poi in Colombia «Ho dovuto velocizzare la performance per il poco ossigeno». «Andrò in turnè in Arabia Saudita»


Katja Casagranda


Trento. Tornato ai suoi monti per ricaricare le batterie, l’escapologo Andrew Basso sta trascorrendo qualche settimana di pausa nella sua Valsugana. L’artista trentino è reduce da un tour europeo da cui poi è passato a una serie di spettacoli in Colombia. Un’esperienza senza confini ed estrema per via dell’altitudine, che gli ha però permesso di vincere una sfida con se stesso. È lui stesso che ne racconta, rinviando i fans e i tanti che lo seguono a una serie di novità su più fronti che lo vedranno protagonista dall’autunno in poi.

Finalmente il meritato riposo?

«Torno sempre a casa per ricaricarmi e ora mi sto godendo alcune giornate di relax in Val di Sella e un periodo di sacro riposo. Sono appena rientrato dalla Colombia, dove a Bogotà con lo show “The Illusionist” abbiamo totalizzato in cinque giorni nove spettacoli con settemila spettatori a spettacolo e un totale di circa 50mila persone in platea. Un successo e un’emozione grandissima, che ha lasciato il segno».

Parli del calco della tua impronta?

«Sì. La Movistar Arena mi ha chiesto il calco della mano a cui io, come firma, ho aggiunto una manetta, che verrà aggiunto alla raccolta degli artisti maggiori che sono passati di lì, una sorta di strada delle stelle come a Hollywood».

Un grande successo dunque...

«Da un lato sì, per il pubblico che ha sempre accolto lo spettacolo con entusiasmo ma soprattutto un successo della sfida con me stesso. Bogotà sta a 2640 metri di altitudine e questo comporta problemi per la performance “sportiva”. Solitamente ci si allena acclimatandosi, io arrivavo dal tour europeo e in pochi giorni ho dovuto trovare una soluzione. Mi sono confrontato con i miei tecnici storici, Silvio Battaini e Josef Porrino, e l’unica soluzione è stata quella di velocizzare la performance. L’altitudine ti toglie l’ossigeno che hai a disposizione per cui ho dovuto recuperare minuti. È stato un lavoro di concentrazione perché la precisione che richiede la mia tecnica non chiama alla velocità. Tuttavia la carica che mi arrivava dal pubblico, il suo entusiasmo e calore, mi ha permesso di focalizzarmi su ciò che facevo e portare a termine lo show, per nove volte con successo».

Hai girato tutto il mondo, cosa ti porti dentro?

«Ho una cartina con gli spillini su ogni luogo visitato che altrimenti perderei nel turbinio dei tanti viaggi. Lasci un posto che sei già con la mente in quello successivo... Credo che il mondo sia un posto tutto da scoprire, con tante differenze di cultura ma che poi di fronte allo stupore, le emozioni e i sentimenti, ci vede tutti uguali. Mi piace in ogni posto, farmi portare a mangiare nella trattoria del luogo, dove sono preservate le tradizioni del posto. In quei momenti respiro l’anima di ogni luogo. A Bogotà ho vissuto esperienze molto belle e cariche di umanità e stupore. Consiglio di vedere con i propri occhi e non lasciarsi frenare da preconcetti, e nemmeno da Google perché non è come esserci di persona».

Novità imminenti?

«Diverse, che dirò appena saranno ufficiali ma posso anticipare un tour in Arabia Saudita dove non sono ancora stato. Oddìo, mi è stato chiesto un incontro prima per la polizia religiosa, così da attestare che il mio numero non abbia magia nera o stregoneria per cui è prevista la pena di morte. Ma assicuro: è abilità e null’altro, sono sereno».

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