l’idea

La “voce” della tempesta Vaia al museo di San Michele

Si chiama “I suoni di Vaia” ed è un modo per fare memoria toccando anche le emozioni. Il percorso è in allestimento



TRENTO. Il suono, o forse il rumore, di Vaia per non dimenticare quello che è successo poco più di due anni fa. L’idea di affidare alle orecchie il ricordo di quei giorni difficile – e di quello che hanno comportato anche successivamente – è stata del museo di San Michele.

Museo che è impegnato a preparare “I Suoni di Vaia”, un’iniziativa di forte impatto emozionale che ripercorre – da un punto di vista sonoro (ma non solo) – l’evento meteorologico estremo che dal 26 al 30 ottobre del 2018 ha interessato in particolare il nord-est italiano, molto il Trentino, l’area delle Dolomiti Unesco oltreché le Prealpi Venete.

“I Suoni di Vaia” è un’idea concepita da Claudio Lucchin, architetto che parallelamente all’attività di progettazione e direzione lavori si occupa di ricerca a vari livelli.

Nove mesi dopo, il viaggio nel disastro di Vaia

Il tour della Commissione provinciale del Trentino nelle località sconvolte dalla tempesta dell’ottobre scorso in valle di Fiemme e nell’area di ArteSella; una devastazione ben visibile, tra turisti e cantieri. Ecco le immagini scattate a Pampeago, Moena, Paneveggio e passo Manghen (foto Daniele Panato)

L’architetto bolzanino, ha proposto “I Suoni di Vaia” al Presidente del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, Ezio Amistadi che ha accolto, fin da subito, l’idea dell’iniziativa.

“È importante fare memoria di quanto hanno subito e patito tante, troppe persone del nostro territorio e della più vasta regione alpina. Sono molti i modi per ricordare questo sconcertante e tragico evento: il Museo di San Michele, propone ‘I Suoni di Vaia’, un’occasione preziosa anche per riflettere sull’importanza del rispetto della natura e su quanto l’uomo sia ad essa legato.

Ricordiamoci che questo disastro naturale, oltre ad aver causato la perdita della vita ad otto persone e seminato tantissima paura fra tanta gente, ha provocato lo schianto al suolo di milioni di alberi con la distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste alpine di conifere”, così il presidente Amistadi.

Prossimamente tutti coloro che vorranno ripercorrere acusticamente (e in altre modalità) la fortissima ondata di maltempo che – con venti a velocità di ‘uragano’ (soffiando tra i 100 e i 200 km/h) e piogge persistenti – ha colpito il nostro territorio e una vastissima regione alpina (italiana, svizzera, austriaca e slovena) faranno tappa al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina.













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