Trento. Se da un lato il 2020 appena andato in archivio ha penalizzato la musica annullando le occasioni di live, non ha però scoraggiato la produzione musicale che nell’ultimo scampolo di anno ha pubblicato delle novità. Un anno difficile e caratterizzato da una emergenza sanitaria, non poteva non influenzare anche la sensibilità artistica e diventare il soggetto dell’ultima pubblicazione di Howling in The Fog, firma del polistumentista Gabriele Paolo Marra, che proprio a dicembre 2020 ha pubblicato “Reborn”.

Il brano pubblicato su you tube racconta attraverso musica e testo il rapporto con questo nemico insidioso, il virus, che in modo subdolo si è insinuato nella vita di tutti noi mettendo a nudo però anche le mille sfaccettature positive e negative del nostro mondo, della nostra società e di tutti noi. «Il Coronavirus - spiega l’artista - è peggio di una guerra, dove il nemico è pur sempre un uomo con cui si può comunque trattare, mentre è impossibile qualunque accordo con un virus micidiale che minaccia la nostra sopravvivenza. Resta il dubbio se la tragedia in atto sia un segnale della natura, oppure una manifestazione di idiozia/pazzia degli uomini».

A parere del musicista infatti l’uomo con il suo comportamento da cavalletta sul mondo sia a livello ambientale che economico ha delle responsabilità nei confronti della natura che potrebbe attraverso un virus chiedere il conto per ricostituire un equilibrio. Questo brano scritto e registrato tra ottobre e novembre come si evince da prefazione è un brano che parla proprio di quello stiamo vivendo tutti in questo momento storico. Il brano è caratterizzato da un potente assolo di chitarra che mostra una vibe più progressiva rispetto allo stile passato con una forte tendenza metal. Impegnativo e intenso il lavoro vocale ed interpretativo che si sposa con il video di forte impatto fra immagini apocalittiche e di paesaggio.

«Stiamo tutti pagando il prezzo di questa follia - recita il testo del brano - Stiamo pagando con la nostra libertà ma un giorno risorgeremo, perché siamo nati, per rinascere» e questo rinascere si basa su quella che definisce “una sorta di “forza” divina che ci guida verso la giusta direzione, penso che in momenti come questo sia fondamentale restare uniti e non farsi abbattere dalle restrizioni e da vincoli come quelli che stiamo vivendo, posso dire che la Musica anche in questo caso per quanto mi riguarda è stata oltre che ad uno sfogo un forte messaggio, un grido di speranza, questa pandemia non è altro che la punta dell’iceberg di tante cose che secondo il mio modesto punto di vista non vanno bene nell’epoca in cui viviamo».

Non solo attualità e impegno, la musica trentina in questo dicembre ha prodotto non poche cose anche dal punto di vista del cantautorato, e quindi della musica più ragionata. È uscito sugli store digitali il nuovo album di Francesco Camin “Etere”.

L’album uscito il 22 dicembre si compone di una serie di cover acustiche con cui il cantautore ha voluto omaggiare alcuni dei più grandi autori della musica italiana ed internazionale che hanno caratterizzato la formazione umana e musicale di Camin, come lui stesso dichiara. Sul fronte del cantautorato femminile invece è Maria Devigili che annuncia l’uscita del suo singolo “Suerstiti”. In forma di videoclip il brano disponibile su youtube, che accompagna con la frase “perché superstiti lo siamo tutti” Singolo estratto dall’album Tempus fugit il brano ha atmosfere che ricordano il deserto, quello dei film western, con richiami apocalittici. Al brano pennellate di colore sono state date da Giuvazza, produttore e chitarrista italiano lungamente legato musicalmente ad Eugenio Finardi e fondatore della Pomeranz Music Publisher.

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