La Bella Stagione del Teatro Portland: «Atto di resilienza» 

Il nuovo cartellone. Ieri mattina la presentazione con il direttore artistico, Andrea Brunello «In questo particolare momento storico, ci pare doveroso riflettere su esistenza e resistenza» Si parte il 23 ottobre con “Stay Hungry. Indagine di un affamato” e poi avanti fino al 26 marzo


Katja Casagranda


Trento. Come un dialogo interrotto e da ricucire, La Bella Stagione di Teatro Portland titola “Dove eravamo rimasti?” l’edizione 2020-2021. Nove spettacoli quelli in calendario legati da un unico filo rosso ossia la domanda “Chi siamo” e l’impegno di “resilienza” declinato nella forma del Teatro Civile. «Ancor di più in questo particolare periodo storico la nostra proposta - dice Andrea Brunello, direttore artistico e anima di Teatro Portland - vuole essere una riflessione sull’esistenza e resistenza. Il denominatore comune di questo percorso è la riflessione di come il piccolo possa resistere al grande, resistere per non morire malgrado le difficoltà». Ancor più urgente come riflessione per il Teatro chiamato off, quello legato alla contemporaneità e agli spazi piccoli, come Teatro Portland che nel suo spazio di Piedicastello a Trento avrà solo la disponibilità di 34 posti per il pubblico.

«L’impegno è grande - dice Brunello - anche perché i costi impiegheranno tutte le nostre risorse. Per questo ci piace pensare che stiamo investendo sul futuro, proponendo ed assicurando qualità e riflessione anche in questo momento difficile, che speriamo venga apprezzata per il futuro. Per questo oltre al biglietto abbiamo istituito con il patner Vivallis e focacceria Belvedere dei pacchettini ad offerta per il pubblico». Insomma una scommessa quella di Portland che da 75 posti di platea può garantire solo 34 ingressi, ma che tiene duro anche incoraggiato dall’interesse per i corsi di teatro che hanno registrato un ottima affluenza e una grande voglia di socialità. Si inaugura la stagione il 23 ottobre con il lavoro di Angelo Campolo “Stay Hungry. Indagine di un affamato” una sorta di teatro nel teatro spettacolo vincitore Premio In Box 2020 e del Nolo Milano Fringe Festival 2019. Nato da un laboratorio tenuto da Campolo fra il 2015 e il 2018 con un gruppo di giovani migranti nello spettacolo si intreccia la passione e l’urgenza del fare con il disumano carteggio burocratico legato ad un bando di finanziamento. Torna il 6 novembre la produzione Arditodesio “Pale Blue Dot” da 5 anni un fiore all’occhiello della compagnia che ad ogni replica raccoglie consensi parlando di ecosistema e sopravvivenza dell’uomo. Voce femminile quella che si erge in “Clitennestra” di Teatro Scientifico Teatro Laboratorio per la rilettura da Marguerite Yourcenar in cui il racconto epico del personaggio Clitennestra si mescola a stralci di vita personale dell’autrice su una riflessione sulla condizione femminile e il labile confine fra vittima e carnefice. In scena il 20 novembre. Doppia replica l’11 dicembre ore 18 e poi le 21 per “Circo Kafka” con Roberto Abbiati e la regia di Claudio Morganti. Un lavoro che ha circuitato con successo nei festival teatrali estivi che attraverso le atmosfere di Kafka proietta lo spettatore in un’allucinante situazione assurda in cui rimane vittima di un potere e di chi esegue ordini senza farsi una domanda e senza dare spiegazioni. Doppia replica anche per il 15 gennaio per “Macbeth all’improvviso” di Gigio Brunello e i suoi pupazzi che prendono vita e si ribellano al burattinaio passando dalla commedia dell’arte al Macbeth in cui il ribelle alla fine muore sempre, almeno in letteratura. Fa tappa al Portland il 29 gennaio la produzione AriaTeatro “Bye Bye Blackbird” da Il bacio della donna ragno di M Puig attraverso cui il palco si trasforma nella cella in cui detenuti vivono l’isolamento rei in una dittatura di essere un dissidente e un omosessuale. Sulla drammaturgia newyorkese di Will Eno, il 12 febbraio Centro Teatro MaMiMò propone “Lady Grey” un estremo atto di catarsi di una donna che si racconta denudandosi per purificarsi. La stagione riparte il 12 marzo dopo l’interruzione di un mese per dare spazio a Il Teatro della Meraviglia Festival di Teatro e Scienza che ritorna per l’edizione 2021, con il primo recupero della scorsa stagione. In scena infatti “Bartleby” di Herman Melville, conosciuto per il suo Moby Dick, che narra di una ribellione al sistema nella Wall Street dei tempi della crisi economica. Infine si chiude il 26 marzo con un inno alla ribellione e il grido “I will Survive” di Qui e Ora Residenza Teatrale lombarda. Tre voci femminili che coinvolgeranno il pubblico in una sorta di videogioco alla sopravvivenza in quello che potrebbe essere tradotto in uno scossone collettivo.

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