Cultura

L'Orchestra Haydn “apre” al cinema 

Oggi (22 ottobre) a Bolzano la prima stagionale dell’orchestra regionale, lunedì 25 e martedì 26 a Trento: verrà eseguita dal vivo la colonna sonora di Tempi Moderni di Charlie Chaplin


Daniela Mimmi


BOLZANO. Cinema e musica: un connubio decisamente affascinante. Debutta infatti a braccetto con il cinema, e in modo originale, la nuova stagione dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, la prima sotto la direzione artistica di Giorgio Battistelli.

Il 22 ottobre all’Auditorium di Bolzano alle ore 20, e il 25 e 26 ottobre in quello di Trento alle ore 20.30, la nostra orchestra, diretta dall’americano Timothy Brock, eseguirà dal vivo la colonna sonora per il film Modern Times che Charlie Chaplin scrisse, diresse e interpretò nel 1936.

Charlie Chaplin compose e arrangiò anche la colonna sonora con l’assistenza di Alfred Newman. Al celebre tema romantico presente nel film, venne in seguito aggiunto un testo e divenne la canzone Smile, standard pop inciso per primo da Nat King Cole. Proprio a Timothy Brock, la Fondazione Chaplin chiese nel 1998 di restaurare la partitura originale di Modern Times: da quel momento inizia una proficua collaborazione tra la famiglia Chaplin e la Cineteca Nazionale di Bologna che ha portato al restauro delle musiche originali di tutti i capolavori di Charlie Chaplin, che Brock ha poi eseguito praticamente in tutto il mondo.

In uno scritto che reca la firma dello stesso Brock si entra in profondità nell’arte del Chaplin compositore portando a galla molti dettagli sulle musiche di Tempi Moderni, secondo film per il quale il regista scrisse le musiche, dopo City Lights (Luci della Città) che funse da base di lancio della carriera musicale chapliniana.

Per Brock Modern Times ne rappresenta l’apice: «C’è un grande salto di livello dalla sua precedente partitura City Lights, riconducibile anche alla differenza degli organici: la prima è per una “banda da ballo” con meno di 30 musicisti, la successiva è per un’orchestra di 64 musicisti». E aggiunge: «Come City Lights, Modern Times uscì come film sonoro con solo musica e occasionali effetti sonori registrati.

Tuttavia, a differenza di City Lights, Modern Times contiene delle linee di dialogo, anche se usate come effetto sonoro (ad esempio i monitor e gli altoparlanti della fabbrica e la radio del direttore della prigione), con un’eccezione: verso la fine del film, Chaplin canta la popolare canzone Titina di Léo Daniderff, segnando così anche la nascita universale della voce di Charlot».

La colonna sonora di Modern Times fu registrata a Los Angeles nell’arco di un mese, dal 17 novembre al 18 dicembre 1935. Per compiere la complessa operazione Chaplin venne coadiuvato dal direttore d’orchestra Alfred Newman, dall’arrangiatore Edward Powell e da David Raksin, anch’egli autore di musiche per il cinema.

Nel Chaplin compositore si rileva la grande capacità di tradurre lo spirito dei suoi personaggi in musica. Per esempio, come osserva sempre Brock riguardo a Modern Times: «La musica che accompagna la ragazza di strada è veloce e impulsiva, simbolo di una gioventù energica, mentre quella del padre disoccupato è un motivo di archi scuri che alla fine sfocia nel più tetro degli accordi. L'omicida e corpulento compagno di cella di Charlot è introdotto minacciosamente dagli archi più bassi e dal fagotto, ma quando riprende a ricamare delicatamente, viene accompagnato da una leggera gavotta».

In Modern Times si narra la vicenda di un operaio addetto alla catena di montaggio di una fabbrica: i forsennati ritmi di lavoro lo porteranno alla follia. Per una casualità, sarà poi scambiato per un istigatore di sommosse sociali, finendo quindi in prigione, uscito dalla quale si imbatterà in una ragazza di strada che ruba per sfamarsi; l’incontro significherà la salvezza per entrambi. Modern Times è, quindi, una critica al mito della società moderna e affronta tematiche che si riversano inevitabilmente nell’attualità: i persistenti conflitti sociali, unitamente ai sempre più evidenti mutamenti climatici, sono aspetti di una società globale che paga l’alto prezzo della sua ansia di modernità.













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