L’essere madre e donna oggi, “No Kids” ora va anche in rete

Trento. Nuovo appuntamento con il teatro che, in attesa di rivedersi dal vivo, arriva comodamente a casa degli spettatori grazie all’iniziativa Retroscena.org. Quest’oggi, venerdì 8 gennaio, il...



Trento. Nuovo appuntamento con il teatro che, in attesa di rivedersi dal vivo, arriva comodamente a casa degli spettatori grazie all’iniziativa Retroscena.org.

Quest’oggi, venerdì 8 gennaio, il sipario si apre sul palco del Teatro di Meano alle ore 20.30 con lo spettacolo “No Kids”. La coproduzione Rifiuti Speciali e Spazio Off torna in questa forma virtuale con lo streaming che appunto da appuntamento con il pubblico questa sera sul portale www.retroscena.org.

L’accesso, si ricorda, è libero e gratuito e poi lo spettacolo sarà visionabile per ulteriori 48 ore. Infatti fino a domenica 10 gennaio ore 20.30 ci si potrà connettere al portale e gustarsi questo lavoro di e con Manuela Fischietti.

Lo spettacolo, che ha ormai diversi anni, nasce sull’onda di riflessioni ed esperienze di vita al femminile nel momento in cui si parla di maternità. La drammaturgia infatti ruota attorno al tema dell’essere donna ed essere anche madre oggi. Una visione in linea con i tempi visto che il rapporto fra personale e sociale, vita privata e vita socio professionale, per forza si modula attorno al momento storico, socio politico ed intellettuale che ciascuno vive.

«No Kids – precisa l’autrice e interprete nelle note di regia - non è un’isteria post partum ma un progetto teatrale. È una donna che si interroga che incontra donne che delimitano. È il luogo comune dell'essere madre contro il luogo comune dell'essere single, compagna, moglie, amante, “concentrata su me stessa”. È un viaggio che ha come oggetto la maternità e come punto di partenza la scoperta dell'essere incinta: un flusso di pensieri che rappresentano il mondo dentro e fuori la gravidanza. No Kids - conclude - è la storia di una donna in balia dell'idiozia della TV, dell'asburgico tradizionalismo meridionale, dell'isolamento forzato dalle altre donne libere e in carriera. Un ipotetico primo durante e dopo la gravidanza passando dal rifiuto della maternità alla sua accettazione attraversando le degenerazioni possibili dell'essere madre». K.C.













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