Il fascismo spiegato ai ragazzi 

A Levico l’incontro con Daniele Aristarco. Per la “prima” degli «incontri con l’autore» riservati ai ragazzi la biblioteca e “La piccola libreria” propongono uno scrittore che usando l’ironia racconta i l potere durante il Ventennio. Una lezione perfetta anche per i tempi odierni 


Carlo Martinelli


Quello delle presentazioni letterarie è diventato a suo modo un genere. Che nella stagione estiva vive il suo momento di gloria assoluto. E che, volendo, permetterebbe l’avvio di dissertazioni anche problematiche, per non dire polemiche. Ma non è questo il tempo. Chi oggi volesse accomodarsi all’incontro con un autore, con la certezza di portarsi a casa un bagaglio ricco, insomma con la consapevolezza di non andare all’incontro con la stella più o meno cadente di turno ma con uno scrittore che ha fatto dell’impegno civile - quello serio, quello fatto di studio e confronto - il suo percorso, ha l’appuntamento bell’e pronto. Osiamo. E’ incontro da non perdere quello in programma a Levico Terme, oggi, dove la locale Biblioteca comunale in collaborazione con La Piccola Libreria ha organizzato il primo incontro "junior" della rassegna letteraria Levico incontra gli autori. Proprio così: junior, per ragazzi. Perché alle ore 18, alla Sequoia del Parco di Levico Terme (nella disdicevole ipotesi di maltempo ci si sposta proprio in Biblioteca comunale, via Marconi 6) arriva uno dei più bravi scrittori italiani per ragazzi, Daniele Aristarco. L'incontro è di quelli che genitori, educatori ed ovviamente lettori più giovani non dovrebbero perdere.

Lui, l’Aristarco che quando parla con i ragazzi se li attacca come fosse un magnete, è classe 1977, napoletano. E’ autore Einaudi, ha scritto numerosi racconti e saggi divulgativi rivolti ai ragazzi, pubblicati sia in Italia sia in Francia. Ha insegnato lettere nella scuola media, per poi dedicarsi ai libri per ragazzi e alla scrittura per il cinema e la radio. Scrive per i ragazzi - qualcuno potrebbe dire: anche per il ragazzo che dovrebbe sempre albergare, vigile, in ogni adulto - e porta in giro per l’Italia le sue storie, specialmente nelle scuole, nei luoghi dove “occorre prendere appuntamento e sperare ti ricevano” - negli ospedali, nelle carceri. E il successo dei suoi libri è la conferma che in un tempo nel quale si vorrebbe ridurre la Storia ad opinione da bar e i fatti a barzellette da distorcere attraverso la Rete, si può e si deve tornare all’impegno, alla cultura, alla divulgazione. Attenzione: lo si può fare, soprattutto, scegliendo di raccontare con grazia, con leggerezza, con passione, con entusiasmo. Fornendo - è quello che da anni fa Aristarco - degli strumenti utili per stimolare la libertà di pensiero e la capacità di reazione agli eventi nei lettori, specialmente nei lettori più giovani, che hanno in mano il presente.

Anche perché va sfatata la leggenda metropolitana che vuole tutti i ragazzi incapaci di leggere, assuefatti agli schermi dei telefonini generosamente (troppo?) concessi da genitori spaventati dal presente. Vero niente. I ragazzi hanno voglia di leggere e di capire, sono curiosi - ci ricorda Lisa Orlandi della Piccola Libreria -, solo che hanno bisogno di strumenti adeguati. Uno come Aristarco ce li dà, con pazienza e amore per la verità. Ed Elena Libardi, responsabile della Biblioteca, proprio a questo dimostra di credere. Decidendo di aprire la rassegna estiva ai lettori più giovani e agli autori che loro amano: Aristarco per iniziare, poi ci sarà Vivian Lamarque, poetessa di rara fascinazione. Oggi con Aristarco il viaggio sarà attorno alle sue più recenti fatiche, le sue ultime quattro pubblicazioni. Il solo elencarle è comprendere l’attualità e l’importanza della sua scrittura, delle sue proposte.

“Io dico no” sono storie di disobbedienza civile, il coraggio di dire no. Vuol dire parlare di Prometeo, Don Milani, Albert Einstein, Nelson Mandela, Martin Luther King.

“Io dico sì” sono storie di caparbietà e coraggio. Sfide impossibili, realizzare le utopie e difendere le conquiste, come hanno fatto Garibaldi, Leonardo da Vinci, Maria Montessori, Primo Levi e Pablo Picasso.

“Fake, non è vero ma ci credo” dove il nostro, rivolgendosi direttamente ai giovani, spiega cosa sono le fake news e dà delle indicazioni precise per imparare a distinguere la verità dalla menzogna.Il senso della menzogna a partire dal mito e le strategie per orientarsi nel presente, partendo sempre dalle storie, ovvero quelle che ci confortano nelle nostre più profonde speranze o quelle che ci illudono che i nostri problemi possono risolversi con poco tempo o poca spesa, quelle che confortano i nostri dubbi. E’ interessante lo sviluppo del testo che parte dalla prima rappresentazione umana (quella nella grotta di Lascaux, nel Perigord francese), e la lezione che ci dà sulla notizia: prima ancora di controllare sempre, chiediamoci se di fronte a una notizia l’emozione che stiamo provando è fondata. La notizia dovrebbe informarci sul mondo piuttosto che emozionarci. Se invece di fronte a una notizia ci stiamo spaventando o emozionando, probabilmente non stiamo leggendo una notizia, ma, appunto, un racconto, che punta non tanto alla nostra intelligenza quanto piuttosto alla nostra emotività.

Infine la recente “Lettera a una dodicenne sul fascismo” dove con un pizzico di umorismo e uno stile chiaro e avvincente, ripercorre la storia italiana del Novecento, attraverso una serie di lettere indirizzate a una giovanissima studentessa di nome Giulia. Oltre ai principali avvenimenti, l'autore si sofferma sui contenuti e le caratteristiche culturali di un pensiero non del tutto scomparso. Anzi. Un libro di grande coraggio e profondità con cui riesce davvero a mettere ordine intorno al fascismo e alle tante declinazioni e storture in cui si è sviluppato.

Già. La Storia si può ripetere? I fantasmi del passato possono ripresentarsi? Come riconoscerli, come opporsi? Daniele Aristarco racconta belle storie, molto diverse l’una dall’altra, anche per la scelta del punto di vista, l’arco temporale, il tipo di protagonista.

Lo fa armato di una serena convinzione: imparare a leggere ed amare le storie, quelle verificate con una passione non oggetto di compromesso e trattativa, è il modo migliore per impedire che le storie - meglio, le storielle, meglio ancora: le storie false - te le raccontino gli altri. Con finalità tutt’altro che didattiche. Siateci, oggi, con Aristarco. Uscirete più ricchi.













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