I musei trentini pensano alle aperture tra speranze e realtà 

La situazione. Le strutture dovrebbero avere il via libera nelle (poche) zone gialle del Paese Sgarbi (Mart) tira dritto: «Sabato si parte». Ferrandi (Museo Storico): «Vediamo le condizioni» Lanzinger (Muse): «Noi subito pronti». Dalprà (Buonconsiglio): «L’online sta funzionando»


Katja Casagranda


Trento. In attesa degli ultimi ritocchi al nuovo Dpcm soprattutto circa la colorazione che andranno ad assumere le varie regioni d’Italia, che determinerà restrizioni o libertà, domani dovrebbero riaprire le porte dei Musei nazionali nelle zone a tinta gialla. L’uso del condizionale è d’obbligo in tempi di incertezza come quelli in cui siamo caduti, eppure confidando nelle più rosee aspettative e quindi il via libera da parte del Governo e l’acquisizione da parte del Trentino dei requisiti adatti, il mondo museale locale si è dichiarato pronto e sui blocchi di partenza.

Ha confermato l’apertura del Mart di Rovereto questo sabato Vittorio Sgarbi. «Come già annunciato riconfermo di aver dato disposizione all’apertura sabato del Mart con l’inaugurazione della mostra su Giacomo Boldini oltre alla riapertura del Caravaggio, pur in attesa di scoprire, in questa mania dei colori per questo Governo, in che zona sarà collocato il Trentino. Ma la chiusura dei musei è fuorilegge in quanto i musei sono servizi essenziali e questi criminali verranno cacciati a pedate in quanto la chiusura è fuori legge. I quadri non sono contagiosi, tanto che tali decisioni sono liberticide e contro la cultura. A Parigi i musei sono aperti, qui abbiamo una gestione di inadeguati». Insomma il Mart è pronto per la riapertura anche spinto dal suo presidente che non le manda a dire e che è forte del pensiero di come la cultura in tempi bui possa essere una luce di cui non dover e poter fare a meno, il tutto ovviamente poi da modulare sull’incognita del Dpcm e del colore assegnato al Trentino.

Forti perplessità invece sulle condizioni in cui aprire e quindi con l’incognita dell’interpretazione delle norme da Dpcm e poi a ruota delle disposizioni della Provincia Autonoma è Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo Storico di Trento. «Auspicando e ben contenti della riapertura degli spazi museali, si dovrà però capire bene in quali condizioni ci si trova ad aprire. In quanto il cavillo risiede per esempio fra mostre permanenti ed allestimenti e a quel punto Le Gallerie rischiano di rimanere chiuse, il Caproni e Forte Cadine invece sarebbero apribili. C’è poi il problema del personale. Noi ci appoggiamo a Cooperative esterne ora adoperate altrove. Rimettere in campo tutte le precauzioni per poter aprire in sicurezza, obiettivo imprescindibile alla riapertura, richiede personale formato che non si può improvvisare». Il limite della chiusura fra Regioni poi è un ulteriore punto interrogativo. «Si deve capire il fattore mobilità soprattutto nei fine settimana, momento clou per i musei come il nostro - prosegue Ferrandi -. Una volta capito questo siamo nella condizione di aprire ed anzi ne siamo ben felici visto l’interesse a cui fa eco il film su Chiara Lubich per la mostra in allestimento fino al 28 febbraio, accanto agli allestimenti circa i 150 anni della Sat e le mostre fotografiche penalizzate dalle restrizioni e chiusure. Anche al Caproni è in allestimento una mostra sui piloti trentini perché sebbene chiusi nei musei si lavora. Non solo mostre anche la didattica a distanza prosegue on line in attesa di riportarla in presenza, in quanto è cruciale che i luoghi della cultura in cui metto anche le biblioteche, cinema, teatri tornino frequentabili, ovviamente in piena sicurezza sanitaria e in vista di un miglioramento della situazione».

Scommessa vinta quella del virtuale per i musei, di cui fulgido esempio è il Museo Diocesano Tridentino che dalla scorsa primavera ha mantenuto un filo diretto con il pubblico attraverso i social e attivando canali online con cui non solo aprire le porte del museo attraverso approfondimenti ma avere un dialogo e un feedback costruttivo e creativo con gli utenti. Grande successo per i webinar e per la didattica assieme alle tante iniziative che ora sono un appuntamento fisso e ricercato dagli utenti. I primi frutti si sono già visti nella riapertura che ha portato ad una fitta frequentazione del museo che affaccia su Piazza Duomo a Trento. «Non apriremo il Museo - dice la direttrice Domenica Primerano - se non presumibilmente a marzo. Stiamo approntando lavori di manutenzione e allestimento da fare a museo chiuso. Ecco magari si può pensare alla riapertura per una giornata in settimana e su prenotazione, ma l’ambizione è quella di riaprire presentando al pubblico le novità a cui stiamo lavorando con il riallestimento della Pinacoteca, due sezioni, una dedicata al Concilio e una la Simonino a cui si legano i due percorsi esterni in città di Trento». Il clima di incertezza porta alla cautela quindi.

Una cautela abbracciata anche dal Castello del Buonconsiglio anch’esso impegnato sul versante virtuale con cui proseguire percorsi di didattica, approfondimenti e contributi video nei social con cui far entrare il pubblico al castello. «Abbiamo inaugurato in virtuale - spiega la direttrice Laura Dalprà - la mostra “Gli Apostoli ritrovati” e abbiamo mantenuto il filo diretto con il pubblico attraverso i canali online, anche se consapevoli che nulla e nessun mezzo può sostituire la presenza e il rapporto diretto con l’opera d’arte. Un rapporto assaporato in solitudine e silenzio, ma ancor più significante se vissuto socialmente, da esseri sociali quale è la nostra natura». Eppure l’incertezza della situazione potrebbe far slittare la riapertura. «Stiamo facendo lavori di manutenzione come quelli di pavimentazione del cortile di Castel Vecchio e abbiamo invece accolto la voglia del pubblico di godere degli spazi esterni. Un esperimento di grande successo in estate negli spazi di Castel Beseno e Castel Thun e per Natale abbiamo aperto i giardini del castello per permettere le passeggiate in una cornice di grande suggestione». I giardini sono tutt’ora visitabili con la “slitta a cavallo” ora coperta di neve; e proprio alle slitte a cavallo sarà dedicata la mostra di prossima apertura a Castel Thun. Chiude un 2020 il castello della città di Trento con numeri importanti e incoraggianti, un trend registrato in tutti i musei consapevoli che la cultura fa indotto e pil.

Ben consapevoli inoltre e pronti di una riapertura in totale sicurezza sanitaria per pubblico e personale e rispetto delle norme di decreti e normativa tutti i musei e anche il Muse meta indiscussa di turismo culturale. «I musei sono macchine sociali di grande interesse e infrastrutture culturali fondamentali per la crescita culturale - dice Michele Lanzinger direttore del Muse -. Siamo pronti con tutte le precauzioni del caso già messe in atto. Consapevoli che l’afflusso, per la chiusura delle regioni, non sarà quello del turismo culturale, apriamo i nostri spazi alle visite e alla scuola, pur avendo sempre proseguito nell’impegno online con grande successo e interesse in quanto il museo è complemento dell’attività didattica. Siamo pronti per la frequentazione al pubblico dei nuovi allestimenti le mostre “Free Time” inaugurata ad ottobre e poi “Forest Frame” in arrivo a Palazzo delle Albere». Ingressi contingentati e booking per non creare assembramenti e grande adattamento alle circostanze dell’andamento della situazione per quella vocazione all’incontro e al confronto. «Dovremo porci delle riflessioni sulla natura e su cosa ci ha portato tutto quello che si è vissuto, ma anche sul ruolo della cultura come cuore pulsante della società e promotore di pil per la città con un turismo culturale che mi piace pensare visiterà altri musei e luoghi di cultura in Trentino».

Infine pronto ai dettami dei decreti anche il Museo degli Usi e Costumi della gente trentina di San Michele con Giovanni Kezich, direttore, che chiosa: «Eseguiremo gli ordini alla lettera dei decreti in totale attenzione alla sicurezza e variazione della situazione sanitaria».















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