«Haydn e Battistelli? Cambieranno tante cose, è giusto così» 

L’intervista a Daniele Spini. L’attuale direttore artistico dell’Orchestra regionale parla del futuro direttore («È un amico e un grande compositore») e della ripresa dopo la pausa forzata per il Covid-19: «Saremo sul palco dal 25 luglio, ma sarà dura con le nuove misure»


Daniela Mimmi


Bolzano. «Sono egoisticamente contento e orgoglioso che dopo di me venga un uomo famoso e importante come Giorgio Battistelli». Così risponde Daniele Spini quando gli chiediamo a caldo un commento sul nuovo direttore artistico dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano.

Battistelli è stato nominato all’unanimità, nel corso della riunione tenutasi la settimana scorsa, e firmerà la programmazione sinfonica da settembre 2021 fino ad agosto 2024. Il 31 agosto del prossimo anno Daniele Spini terminerà il suo mandato al timone della nostra orchestra.

«Sono contento per altre due ragioni – continua Spini. – Perché è un grande compositore, oltre ad avere molta esperienza come organizzatore, e perché è mio amico. Le nostre strade si sono incrociate spesso: io ero con la Rai quando lui era il direttore artistico della Biennale di Venezia e poi si sono incontrate la “sua” Orchestra Regionale della Toscana con l’Orchestra Haydn. Orchestra che per altro, nel 2012, gli ha commissionato ed eseguito la sinfonia Sciliar. Ma ci frequentiamo anche fuori dal lavoro, quando ne abbiamo l’occasione, ci facciamo gli auguri per i compleanni e i complimenti per le nostre attività».

Su come sarà la direzione di Battistelli, Spini ovviamente preferisce non sbilanciarsi. «Io lascerò il mio incarico il 31 agosto del prossimo anno, dopo di che subentrerà lui. Ma dato che una stagione sinfonica non si improvvisa, presumo che ci vedremo un bel po’ prima. So che ama il teatro, il cinema, l’opera e la musica contemporanea. Cambieranno molte cose, come è giusto che sia. Quando cambia il direttore, cambiano ovviamente anche tutte le impostazioni e le scelte della programmazione. Certo è che io finisco il mio mandato e lui lo inizia in un periodo drammatico per la musica e per la cultura in generale. Adesso l’orchestra è in vacanza, ma il 20 luglio riprenderanno le prove. Sono molto preoccupato per il futuro della musica sinfonica e per la lirica. Non si può andare a teatro distanziati, non si può suonare distanziati. La musica è un rito comune, che ha bisogno della relazione tra musicisti e pubblico. Suonare davanti a 400 persone non è come suonare davanti a 800. E ricevere la metà degli applausi non è la stessa cosa, diventa un applauso triste», continua l’attuale direttore artistico dell’Orchestra Haydn.

Intanto la “sua” orchestra, dopo il tour de force con i concerti cameristici e le meritate ferie, tornerà a provare in vista del primo, vero concerto dopo il lockdown: il 25 luglio alle ore 20, al Castello di Arco, con i 32 archi dell’orchestra e con il numero di spettatori che le misure di sicurezza permettono. Sotto la direzione del violoncellista Enrico Dindo la sezione d’archi eseguirà il Concerto per violoncello e orchestra di Joseph Haydn e la Serenata in do maggiore per archi di Pëtr Ilic Cajkovskij. Daniele Spini, finito questo ultimo anno alla direzione dell’Orchestra Haydn si godrà la sua meritata pensione. Questa è la ragione per la quale il suo mandato deve finire tassativamente a fine agosto del prossimo anno. «Non sono per carattere e per scelta una persona inamovibile, uno di quelli che non vogliono mollare la presa sulla poltrona. Bisogna avere il buon gusto di dire basta, essere contenti di quello che si è raggiunto e cambiare pagina. Io finalmente mi godrò la mia casa di Fiesole, sulle colline di Firenze, coltiverò i miei ulivi e quando sarà la stagione, raccoglierò i fichi dal mio enorme e vecchissimo albero».

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