Giovani alpinisti su antichi sentieri Sara Segantin è Steps 

Montagne di carta. In libreria il libro dell’ “avventuriera” di Cavalese «Noi camminiamo con le montagne, non sulle montagne»


Paolo Piffer


Trento. L’ idea da cui è partito il progetto è che le montagne, spesso confine tra una nazione e l'altra, esempio ne siano le Alpi, non rappresentino una frattura ma, piuttosto, un ponte, dove, da sempre, transitano culture, lingue, tradizioni e modi di essere. Sara Segantin, 23 anni, originaria di Cavalese, risponde al cellulare da Trieste, dove studia Comunicazione della scienza alla Scuola internazionale superiore di studi avanzati dopo essersi già laureata in Lingue e letterature straniere. Insieme al triestino Alberto Dal Maso (27 anni) ha appena dato alle stampe, è in libreria, pubblicato dal Cai nazionale (il Club alpino italiano), “Steps – Giovani alpinisti su antichi sentieri” (220 pagine), ricco di fotografie e racconti. «È un’idea che io e Alberto, insieme ad altri tre amici, anche sloveni ed olandesi, abbiamo avuto un paio d'anni fa. Viaggiare sulle Terre alte, tra gli Stati Uniti e le nostre Dolomiti. Vivendo la montagna senza danneggiare l’ambiente, cercando di capirne la cultura, in maniera sostenibile. E così ci siamo messi in cammino». La prima tappa è stata la California, lo Yosemite National Park, tra escursioni, arrampicate e canyoning, ispirandosi alla figura e seguendo le orme di John Muir, ingegnere, esploratore e naturalista di origini scozzesi che tra la fine dell’ Ottocento e i primi del Novecento spinse perché quell’area fosse inserita nei confini del parco, per meglio tutelarla. Ritornati in Europa, i cinque ragazzi, «insieme al nostro cane lupo, precisa Segantin, siamo andati sulle Marmarole, in Cadore e in val Cimoliana, dalle parti del Vajont, tra Erto e Casso», terreno di “caccia” dello scrittore Mauro Corona. «Angoli tra i più nascosti e meno valorizzati. Dove abbiamo aperto anche nuove vie di arrampicata”, sottolinea “l’esploratrice, avventuriera ed alpinista”, come si definisce la trentina.

«Siamo partiti dal concetto che camminiamo insieme alla montagna e non sulla montagna», riflette. Su questa avventura il gruppo ha già girato un documentario, che ha lo stesso titolo del libro, che per ora è “fermo”, vista la pandemia ma che, appena finito questo brutto periodo, inizierà a “girare” per qualche presentazione. «Non ci dispiacerebbe poterlo presentare anche alla prossima edizione del Trento Film Festival - afferma Sara Segantin che ha già in testa altri progetti - dopo questo, nato quasi per scherzo e nel corso del quale, durante i nostri viaggi, abbiamo riso un sacco scrivendo i ricordi che ci piacevano, nella speranza di far divertire anche qualcun altro e, perché no, di offrire spunti per nuovi viaggi avventurosi ed ecocompatibili al cento per cento». Alla giovane alpinista trentina, che confida aver maturato la passione per la montagna pochi anni fa, “non da piccola, compresa quella per il mare”, piacerebbe sperimentare anche altro, mischiando discipline e terreni, con curiosità. «Sì, vorrei mettere insieme un progetto che comprenda speleologia, parapendio e alpinismo», sottolinea. Come dire, le montagne viste dai lori antri, dal cielo e scalandole. «Sempre con un approccio giovane e avventuroso – sottolinea – ma anche, sullo stesso piano, nel rispetto dell'ambiente, dei luoghi e delle persone che si incontrano con le loro diverse peculiarità. E portandoci dietro il nostro cane lupo, Bowie (in omaggio al grande David? ndr). Lui non può certo mancare, fa ormai parte del gruppo».













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