“Eppur m’uccise”: Carmen, Otello e la violenza di genere 

Teatro civile. Uno spettacolo tutto trentino per la Giornata contro la violenza sulle donne Rocco Sestito: «Abbiamo indagato il fenomeno del femminicidio nell’ opera lirica e nel teatro» Il lavoro prodotto da Giardino delle Arti e Università di Trento questa sera on line su YouTube  


Katja Casagranda


Trento. Sarebbe dovuto debuttare in primavera e poi sospeso a causa dell’emergenza sanitaria per poi essere ripreso in autunno ed ancora una volta sospeso, lo spettacolo “Eppur m’uccise” che ora trova una collocazione online. In attesa di incontrare il pubblico quando la situazione lo permetterà, “Eppur m’uccise” sarò trasmesso in streaming sul canale YouTube di Giardino delle Arti, oggi mercoledì 25 novembre, alle ore 20.30. Proposto nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne dal Comitato unico di garanzia dell’Università di Trento in collaborazione con Opera Universitaria, è prodotto da Giardino delle Arti con regia di Rocco Sestito. Attraverso la musica d’Opera e il teatro si racconta il fenomeno del femminicidio. Ne parla il regista Rocco Sestito anche ideatore dello spettacolo assieme a Maria Letizia Grosselli.

Come nasce “Eppur m’uccise”?

Lo spettacolo segue ad un lavoro “Io appartengo a me medesima” già realizzato in collaborazione con Giardino delle Arti che indagava la figura di Clara Maffei gentildonna milanese che radunava nei suoi salotti in pieno 800 non solo grandi menti di letterati e pensatori ma anche politici tanto che proprio dai suoi salotti partirono i Moti Politici Lombardo Veneti. Proprio per l’affiatamento che si era creato ho voluto proseguire con la collaborazione ed è nata l’idea di questo spettacolo che unisce l’Opera lirica con il teatro. Ecco che quello indagato è stato il filone della donna vittima di amori che si trasformano fino a vederla vittima. Ne ho parlato con Maria Letizia Grosselli che ha coinvolto l’Università di Trento ed è nato “Eppur m’Uccise”.

Avrebbe dovuto debuttare in teatro?

Sì, era prevista la prima per l’8marzo di quest’anno ma poi sappiamo come sono andate le cose con la chiusura dei teatri. C’è stata la ripresa estiva e si pensava quindi all’autunno, ma ora è di nuovo tutto fermo e quindi proprio grazie alla collaborazione con l’Università ne è nata questa versione online.

Cosa vuol dire?

Che abbiamo fatto le riprese dello spettacolo a Teatro Sanbapolis senza pubblico ed in una forma statica e distanziata. Questa sarà trasmessa in streaming appunto in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne attraverso il canale YouTube di Giardino delle Arti. Originariamente e mi auguro prossimamente si potrà portare in scena, lo spettacolo prevedeva interazione in scena e movimento, mentre benchè agito la versione in streaming sarà più statica. Quindi abbiamo due quadri per due opere, Carmen ed Otello, con cantante lirica e attore accompagnati dal pianoforte.

Due quadri che sono due facce di una medaglia?

Fa da cesura la “Ballata del carcere di Reading” di Oscar Wilde i cui brani vengono recitati dall’attore Vito Catanzaro che interpreta in recitativo anche le parti baritonali delle arie scelte da Carmen e da Otello che invece saranno cantate nella parte femminile dalla mezzo soprano e dalla soprano. In scena per la Carmen Alessandra Andreetti accompagnata da Francesca Vettori al pianoforte, per l'Otello invece Maria Letizia Grosselli e al pianoforte Oksana Tverdokhlebona Tre morti violente di donna quella di Wilde, ma anche la Carmen e Desdemona. Amore che si trasforma in morte per una donna che non ama più e vuole andarsene, per quella invece per cui si prova gelosia, ma pur sempre solo per la sete di possedere dell’uomo che non sa far fronte al disagio. I rimandi sono alti da Bizet a Marimee e poi Shakespeare e Wilde, ma ovviamente tanta, troppa cronaca ci riporta troppo spesso a delitti commessi per lo stesso meccanismo.

Cosa vorresti ci si portasse a casa?

Un pugno nello stomaco per come l’amore possa trasformarsi in omicidio. Mi auguro che possa innescare un dialogo e una discussione. Non per nulla ho scelto di tenere lingue originali proprio per mostrare l’incomunicabilità che ritengo alla base di questo grande problema che esiste da sempre fra uomo e donna. Mi auguro che si inizi a ragionare senza ipocrisia sul tema. Nella giornata contro la violenza sulle donne si tengono dibattiti si fanno spettacoli e ci si sofferma sulla violenza e il poco rispetto verso l’altro, in questo caso la donna, e poi invece i giovani vengono bombardati da messaggi inversi, penso alla trap che troppo spesso lancia messaggi di donne oggetto davanti a cui anche le ragazze non alzano la voce, penso ai messaggi di troppi film o prodotti appunto come la musica che sono commercio. Non vorrei che non ragionare su queste ipocrisie possa vanificare un lavoro di sensibilizzazione. Vorrei che si educasse davvero al rispetto dell’altro e all’affetto, al sentimento soprattutto nei giovani lasciati alla mercè di messaggi poco edificanti ed irrispettosi. Troppa cronaca ci parla di delitti chiamati “passionali” e non mi capacito quando oltre alla compagna o al compagno ci vanno di mezzo anche i figli. Forse dovremmo fermarci e riflettere sul tema che pare poggia nella nostra natura se tanta letteratura dalla notte dei tempi racconta di questo.

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