Cristiana Capotondi: «Ecco come sarà  la mia Chiara Lubich» 

L’intervista. L’attrice sarà la protagonista della fiction che andrà in onda su Rai1 il 3 gennaio «Ho in testa una ragazza di 23 anni che ha un’idea, anche politica, di unione e fratellanza» Il tv movie sulla fondatrice dei focolarini, realizzato con Trentino Film Commission e Museo Storico


Marzio Terrani


Trento. «Ho letto libri, visto documentari. Ho frequentato per una giornata una famiglia di focolarini. Poi mi sono detta che la Chiara che avrei interpretato è una ragazza di 23 anni, che inizia un percorso e che non sa ancora dove la porterà. Al tempo non voleva costruire nulla. Si è solo rimboccata le maniche». Così Cristiana Capotondi racconta la “sua” Chiara Lubich (Trento 22 gennaio 1920 - Rocca di Papa, 14 marzo 2008), fondatrice del Movimento dei Focolari che, proprio nel centenario della nascita, arriva in tv con il film diretto da Giacomo Campiotti e prodotto da Rai Fiction ed Eliseo Multimedia “Chiara Lubich. L’amore vince tutto”, in onda il 3 gennaio, prima nuova fiction dell'anno per Rai1.

«Una storia importante, femminile - racconta la direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati - di una donna antesignana, che con un’incredibile forza di volontà e bontà riesce a imporsi con un'autorevolezza unica per una giovane borghese di quell’epoca».

Nato sotto le bombe della seconda guerra mondiale, approvato solo nel 1964 da Papa Paolo VI con il nome ufficiale di Opera di Maria (dopo aver superato due anni di interrogazioni al Sant'Uffizio), il Movimento dei Focolari oggi diffuso in oltre 180 paesi con più di 2 milioni di aderenti - e molto radicato in Trentino, come è ovvio, ma con una comunità in crescita anche in Alto Adige - sorse per portare un messaggio di unità e con l’ obiettivo di cooperare alla costruzione di un mondo più unito nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità. Da maestra elementare a Trento, la Lubich sarebbe diventata nel corso della vita donna di molti primati, contribuendo al riavvicinamento della Chiesa Cattolica e Ortodossa, prima donna bianca non musulmana a parlare alla moschea di Harlem a New York, chiamata, da cattolica, a confrontarsi con monaci buddisti in Giappone e Thailandia.

Il tv movie, realizzato con la Trentino Film Commission e il sostegno della Fondazione Museo storico del Trentino, si concentra sugli anni della giovinezza, quando seconda dei quattro figli di mamma Luigia, fervente cattolica, e papà Luigi, socialista e convinto antifascista, a 23 anni sposa Dio con voto perpetuo di castità. Siamo nel 1943 e pur sotto la ferocia delle bombe, sceglie di restare a Trento ad aiutare i bisognosi. Ma proprio la decisione di vivere concretamente il Vangelo, condiviso con le sue amiche, scatena forti reazioni (nel cast, Aurora Ruffino, Miriam Cappa, Greta Ferro, Sofia Panizzi, Eugenio Franceschini, Roberto Citran).

«Chiara Lubich era una donna di grande dolcezza e determinazione - prosegue la Capotondi, cresciuta in una famiglia per metà ebrea e metà cattolica - Aveva una visione, anche politica, di unione e fratellanza, che servirebbe ancora oggi. Sono partita dal dolore enorme di una giovane donna per la sua città. E mi sono commossa. La pandemia ci ha reso tutti molti più simili. Personalmente - aggiunge - ho una visione laica del mondo, vivo una spiritualità personale. Ma credo che la religione debba muoversi per il benessere degli esseri umani».

«Spero che la Lubich porti un messaggio di speranza in un momento così difficile. Che sia una “vaccinazione” per lo spirito di milioni di italiani», incalza il produttore Luca Barbareschi, che promette presto un altro ritratto al femminile.

«Spero - dice - sia una spinta a un’aspirazionalità che porti i giovani a costruire con nuova dignità e politica responsabile questo Paese. Prego la politica di investire tanto nella Rai, perché continui a raccontare storie “nostre”». Il tv movie è stato costruito anche con la consulenza dei focolarini, «che però ci hanno lasciato liberi di raccontare la “nostra” Chiara», aggiunge Campiotti che firma anche la sceneggiatura con Francesco Arlanch, Luisa Cotta Ramosino e Lea Tafuri. Il risultato, commenta il direttore di Rai1, Stefano Coletta, «condensa senza retorica e in maniera “dritta”, proprio come era lei, la storia della Lubich. Sono cresciuto con sua nipote Agnese e ho avuto la fortuna di conoscerla personalmente. Era una donna che aveva incontrato Dio, più che nella mistica e nell’attività contemplativa, nella azione».

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