Archeofestival scalda i motori 

Cinema. Dal 30 settembre al 4 ottobre a Rovereto torna l’attesa Rassegna Internazionale di cinema archeologico. Ieri la presentazione L’edizione di quest’anno guarda al Belpaese e si intitola “L’Italia si racconta - Il patrimonio culturale al cinema”


MADDALENA DI TOLLA DEFLORIAN


ROVERETO. Torna, dal 30 settembre al 4 ottobre, a Rovereto, la prestigiosa e sempre attesa Rassegna Internazionale di cinema archeologico, e torna in una veste nuova, con il bel titolo “L’Italia si racconta-Il patrimonio culturale al cinema”. Il sottotitolo è la promessa di un allargamento di sguardo e obiettivo, voluto dalla direzione e dai collaboratori. Il 2020 del Covid e della restrizione delle possibilità corrisponde per la rassegna del Museo Civico a un rilancio con novità destinate a durare, pur con le limitazioni che hanno costretto gli organizzatori ad esempio a rinunciare alle famose Conversazioni con gli esperti.

«Già negli anni scorsi avevamo capito che la Rassegna è un contenitore più largo rispetto al cinema dell’archeologia in senso stretto – ha dichiarato ieri mattina, in conferenza stampa - Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico - Questa volta il nostro intento è dichiarare di essere questo. Ci sono soggetti nuovi del mondo culturale, e aspetti della cultura del paese che vogliamo raccontare. Questo è vivacità. Abbiamo uno staff scientifico di prim’ordine per accompagnare questa mutazione, che era già iniziata negli anni scorsi».

Ecco che oltre al nocciolo duro di film dedicati all’archeologia, il programma propone film e animazioni sui giacimenti culturali italiani.

«Nel lavoro di selezione, da cui abbiamo scelto solo 65 film, su oltre mille arrivati alla nostra segreteria, abbiamo apprezzato l’aumento delle opere italiane di qualità» ha spiegato la direttora, Alessandra Cattoi. Da questo riconoscimento nasce la sezione che da il titolo a tutta la Rassegna, ovvero appunto “L’Italia si racconta”, che raccoglie molte opere in concorso che saranno proiettate al teatro Zandonai.

«Sono comunque venti le nazioni e i patrimoni nazionali presentati» commenta Claudia Beretta, che opera la prima scrematura dei lavori presentati da registi e distributori «Registriamo in positivo il record di affluenza delle opere, che sono state ben 1250».

Come ogni anno i premi previsti sono un premio del pubblico e tre menzioni con giurie di esperti. «Abbiamo voluto mantenere due mattine dedicate alle scuole, pur con i limiti imposti dall’epidemia, dunque le classi potranno o venire in museo (vedremo se riusciremo a organizzare questa modalità in Sala Zeni a Borgo Santa Caterina)o visionare i film online» racconta la direttora, contenta di questo piccolo ma importante risultato organizzativo, che spiega «Abbiamo scelto in particolare dei corti di animazione per i ragazzi».

La vivacità e robustezza delle collaborazioni di cui parlava Laezza ieri mattina, porta anche la conferma di quella con National Geographic, media partner della manifestazione, e quella con la la rivista tematica Archeo. Arriva anche, e si aggiunge al consolidato, una blasonata anteprima nazionale di grande spessore, che nasce dalla richiesta di un importante sito archeologico nazionale di caratura mondiale, a conferma di quanto rilevante sia la Rassegna roveretana nel mondo della cultura. Sabato 3 ottobre si proietta, fuori concorso e in collaborazione con il Parco Archeologico del Colosseo di Roma, al Teatro Zandonai(ore 18.30), il documentario “Colosseo in quarantena”, realizzato da Luca Lancise e Davide Morabito. Saranno presenti in sala i registi. Il notevole documento per immagini racconta come la squadra di curatori di uno dei più celebri e frequentati monumenti del mondo, abbia ripensato nel periodo del lockdown il modo per rendere fruibile al pubblico in sicurezza un luogo incredibile e complesso.

Per gli spettatori esigenti ci saranno due pomeriggi (30 settembre e 1 ottobre) di proiezioni in lingua originale (in Sala Zeni, nella sede di Borgo Santa Caterina del Civico), curati in concorso per la menzione speciale di CinemA.Mo.Re. I grandi viaggi si affacciano alla narrazione, che condisce cultura, storia e riflessioni personali, nel racconto dello storico per professione e per passione viaggiatore di lungo corso in bicicletta, Alessandro De Bertolini. Ricercatore alla Fondazione Museo Storico del Trentino. Giovedì 1 ottobre De Bertolini condurrà il pubblico (Teatro Zandonai, ore 20.45) nell’evento dal titolo “Bikethehistory”. De Bertolini racconta così il suo viaggio solitario in bici del 2017 attraverso gli Usa dalla California fino all’Alaska. Il ricavato del film e del libro che ne sono nati andranno (grazie all’editore Montura) alla Onlus Sena frontiere. Barbara Maurina, responsabile scientifica della Rassegna, ha spiegato «L’archeologia resta il cuore della rassegna (citando ad esempio il documentario sulle ultime scoperte sull’Uomo di Neandertal-ndr), anche in dimensione italiana, come con i lavori sull’egittologia nel nostro paese o quello sulla prestigiosa Scuola archeologica italiana di Atene, ma abbiamo dato spazio ad altri modi e temi inerenti sempre il patrimonio universale culturale». Si potranno vedere ad esempio film come “Mister Wonderland”, storia dell’italiano Zeffirino Paoli che lascito il suo paesino, in America fondò un impero con trenta teatri e cinema sparsi per il nord-est degli Stati Uniti.

Si chiuderà il 4 ottobre, con un evento di festa e premiazione all’aperto, nel cortile a fianco del Teatro Zandonai (alle 18.30), per non perdersi tutto il bello di una kermesse.













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