“Anselmo e Meral”, in viaggio tra Oriente  e leggende trentine 

La mostra al FoyEr di Trento. Un progetto culturale originale che unisce scrittura e pittura Protagonisti il giornalista trentino Mauro Neri e l’artista veneto Luigi Ballarin Il 7 ottobre il talk che coinvolgerà anche Riccardo Mazzeo, Corrado Bungaro e Breigheche 


Carlo Martinelli


Trento. Respiro. Luce. Stupore. L’affabulazione dei colori e le mille sfumature variopinte della parola. C’è una fascinazione antica nell’originale mostra che coniuga Oriente e leggende trentine e che unisce, in un progetto culturale coraggioso, Luigi Ballarin, pittore veneto curioso e poliedrico e Mauro Neri, scrittore e giornalista di Trento, centinaia di libri all’attivo tra fiabe, racconti e romanzi. “Anselmo e Meral” - questo il titolo della mostra che unisce i quadri di Ballarin e le storie di Neri - è al FoyEr di Trento in via G. Galilei 26 fino al 10 ottobre (10-12 e 16-19) ed è accompagnata da un “libralogo” che raccoglie i 18 quadri che Ballarin porta in mostra e il racconto di Neri. Già. Sulle rive del Lago di Garda si raccontava un tempo lontano un’ antica leggenda che ancor oggi ha il profumo della fiaba. Narra la storia che Anselmo, il giovane re del regno del Garda, in una delle sue imprese guerresche arrivò in Oriente dove s’innamorò della principessa Yildiz, soprannominata Meral, la Cerbiatta. L’amore e il matrimonio tra Anselmo e Meral attizzarono l’ira furibonda del padre di lei, il Sultano Mahmud, che affidò a Yakup, il capo dei suoi cacciatori, le grosse uova di due draghi con il compito di allevarle con lo scopo di uccidere proprio il re del Garda. Crebbero in due grotte diverse, i basilischi, uno continuamente saziato e l'altro tenuto in costante digiuno fin quasi a farlo morir di fame. Quando furono sufficientemente grandi per affrontare in duello il giovane re Anselmo, toccò al drago più forte, sazio e soddisfatto, portare a termine il piano di vendetta del Sultano Mahmud, ma a quel punto... Questa la leggenda che Neri restituisce con un racconto reso ancora più avvincente dal felice incontro con l’arte di Ballarin.

Una rivisitazione dell’Oriente in chiave pop, un trionfo di luci e colori. Ci sono amore e coraggio nella sua arte, dove l’Islam e il Medio Oriente sono il fil rouge di moltissima parte della sua produzione, che pure negli anni ha lasciato spazio a sperimentazioni diverse. Perché Ballarin non si cala nell’ ideologia, ma cerca la sintonia, che ritrova nella spiritualità e nella preghiera delle masse. È attraverso la sua libera interpretazione che l'idea di Oriente prende forma, elegante e garbata. E così, dal lago di Garda al Mar Nero, inseguendo tre antiche storie d’amore che partono da lontano e che s’incontrano sulle acque del lago, là dove i colori e i profumi sono i padroni della vita, la mostra si allarga in maniera significativa. Sono previsti infatti tre appuntamenti che sarebbe riduttivo chiamare collaterali: tre incontri con quinte classi delle scuole elementari “Crispi” di Trento, un “incontro lettura" organizzato in collaborazione con l’ Ente Nazionale Sordi sezione di Trento mentre il 7 ottobre, alle 18, sempre presso il FoyEr, si terrà una tavola rotonda sul tema “Incontri di culture”, alla quale prenderanno parte – oltre agli autori dei quadri e del racconto – Corrado Bungaro, assessore alla cultura del comune di Trento, Aboulkheir Breigheche, presidente della Comunità Islamica del Trentino, e il sociologo e scrittore Riccardo Mazzeo. Dimenticavamo: “Anselmo e Meral”, narrato da Mauro Neri e da cui Luigi Ballarin ha tratto ispirazioni nuove per dipingere i diciotto quadri della mostra di Trento, sarà nei prossimi mesi a Venezia, Roma e Istanbul.

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