Il racconto

Zia Lalla IV, la storia della dragamine a rischio demolizione ferma sul Garda: dalla prima Guerra Mondiale alle tangenti

La produzione è del primo novecento, venne prima usata per proteggere il golfo di Trieste e comprata poi all’asta per sei milioni di lire: è ferma dall’arresto del suo proprietario a Desenzano 

LA PETIZIONE Il WWF ne richiede l’inabissamento


Daniele Peretti


DESENZANO. Ma come ci è finita “Zia Lalla IV” nel porto di Desenzano, da dove dovrebbe essere rimossa a giorni per essere demolita? Per lei è scesa in campo il WWF con una petizione online per chiederne l’inabissamento al fine di  salvaguardarne la testimonianza storica.

“Zia Lalla IV” è un dragamine di produzione olandese di inizio Novecento appartenuta all’Impero Austro-Ungarico fino al 1918. Il compito dell’imbarcazione durante gli anni della Grande Guerra era quello di proteggere il golfo di Trieste. A guerra conclusa finì tra i beni ceduti dall’Austria all’Italia quale risarcimento bellico e da quel momento inizia il suo peregrinare da un porto all’altro. Prima Venezia, dove viene trasformata in nave officina, poi sul Po, dove venne utilizzata come rimorchiatrice.

Nel 1991 ad un secolo dal suo varo, “Zia Lalla IV” approda nel lago di Garda dopo essere stata pagata solo 6 milioni di lire, in pratica il valore del ferro, acquistata da Pier Gianni Prosperini imprenditore e politico lombardo dell’allora Alleanza Nazionale. Dal 1991 al 2009 il dragamine viene ristrutturato ed utilizzato per ospitare gratuitamente matrimoni, celebrazioni e feste.

“Zia Lalla IV” diventa anche un’attrazione turistica, insomma conosce un periodo di celebrità che però finisce malamente a causa delle vicende giudiziarie del suo proprietario. Raccontano le cronache di quel periodo: “Il 16 dicembre 2009 Pier Gianni Prosperini viene arrestato in diretta Tv ( durante la trasmissione «Forte e chiaro», programma di Antenna Tre) dalla Guardia di Finanza con l'accusa di corruzione e turbativa d'asta per appalti sulla pubblicità televisiva della regione Lombardia, in qualità di assessore regionale allo Sport ed al Turismo”.

Secondo l'accusa, Prosperini avrebbe incassato una tangente da 230 mila euro su un appalto da 7,5 milioni, per promuovere in televisione il turismo in Lombardia nel triennio 2008 -2010. Durante le fasi giudiziarie, passate attraverso una richiesta di patteggiamento inoltrata dagli stessi legali di Prosperini, la Corte dei Conti e la Procura Regionale di Milano nei primi giorni di giugno del 2010 avevano proceduto al sequestro conservativo di beni dell'ormai ex assessore per una cifra che superava il milione e quattrocentomila euro.

Tra questi c’era anche “Zia Lalla IV” che da quel giorno è ferma nel Porto di Desenzano. 













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