Muore a Brescia Dario Leali fondò Acciaierie Valsugana
Borgo. Aveva 92 anni, fatale una caduta in casa: dal 1979 al timone dell’azienda per 34 anni Il ricordo di Armando Orsingher: «Ha tanto aiutato operai e associazioni in momenti di bisogno»
Borgo. Se n’è andato ieri mattina a 92 anni Dario Leali, storico patron dell’omonimo colosso siderurgico. Fatale una caduta in casa a Brescia, sabato sera. Caduta che gli ha causato la rottura della vertebra cervicale. Nulla hanno potuto all’ospedale della cittadina lombarda, già provati per l’emergenza sanitaria in corso. Dario Leali era nato nel 1928 a Odolo, cuore della Valle Sabbia. Di umili origini, partì sostanzialmente lavorando nella fucina del padre. Poi, negli anni del boom economico, con tenacia e un pizzico di azzardo fondò le Acciaierie Leali e fu ripagato riuscendo in pochi anni ad ampliare notevolmente la sua azienda acquisendo altre attività siderurgiche sia nel Bresciano che in diverse parti d’Italia.
Il suo inizio in Valsugana risale al 1978, quando acquistò dagli allora proprietari Fenotti/Comini lo stabilimento di Borgo. Dopo pochi mesi, precisamente il 19 marzo del 1979, ebbe inizio la produzione di acciaio nel nuovo stabilimento. Nascono le Acciaierie Valsugana. Il commendatore Dario Leali rimase al timone dell’azienda sino al passaggio di consegne al finanziere americano Gary Klesch avvenuto il 1° luglio del 2013, impianti ora passati da qualche anno ad Acciaierie Venete. La ditta Leali ha avuto alle sue dipendenze circa 600 persone, altrettante famiglie che nel corso degli anni si sono succedute praticamente da tutti i paesi della Valsugana, da Trento al Tesino.
La notizia della sua scomparsa ha destato profonda commozione in chi l’ha conosciuto e nei suoi operai. Uomo dal carattere forte e deciso, allo stesso tempo è sempre stato “vicino” ai suoi dipendenti, aiutando, in forma anonima, molte persone in difficoltà. «Mai una volta che uno stipendio sia mancato, aiutava gli operai in momenti di bisogno, così come le associazioni, che per molti anni hanno avuto sostegno economico per il prosieguo dell’attività. E tutto questo con la pretesa che nessuno sapesse nulla - spiega Armando Orsingher, consigliere comunale, dipendente ed amico di Dario Leali - Mai ha avuto o provava rancore per nessuno, nonostante i difficili momenti passati nelle fasi giudiziali che lo hanno visto coinvolto». «Per noi “vecchi” dell’azienda il signor Dario Leali era semplicemente il “sior Dario”, perché era cosi che preferiva sentirsi chiamare - prosegue Orsingher - Mi ero sentito con lui venerdì sera. In questo difficile periodo per la zona di Brescia e vista la sua età avanzata, mi faceva piacere far sentire che i suoi storici operai lo ricordavano. Come me molti altri gli telefonavano per un cordiale e sincero saluto». Una chiamata tra amici: «Come al solito mi ha chiesto un po’ di tutto, di salutare gli amici che aveva, di sapere come andava in valle, se il virus qua da noi era meno “cattivo” che nel Bresciano».
Purtroppo nella serata di sabato una brutta caduta in casa ne ha minato il fisico e infatti alle ore 5 di ieri mattina si è spento. L’estremo saluto si svolgerà in forma privata e, non appena sarà possibile, si terrà una cerimonia commemorativa. «Nel nostro piccolo lo ricorderemo con una preghiera e un sincero “grazie sior Dario”», concludono molti ex dipendenti e collaboratori.
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