«Il Comune sarà sempre al fianco della Don Ziglio» 

Levico Terme. L’assessore Arcais interviene dopo la lettera degli operatori sulle inefficienze gestionali: «Dovrà rimanere un riferimento e un fiore all’occhiello tra le realtà di assistenza»


Franco Zadra


Levico terme. In seguito alla lettera di alcuni operatori dell'Area Disabilità dell’Apsp Levico Curae, che lamentavano «gravi inefficienze gestionali», e di un intervento del dottor Paolo Cavagnoli, dalle pagine del Trentino, che ventilava la possibilità che «venisse applicata la legge regionale 5, art. 5», secondo la quale «la giunta provinciale può procedere d'ufficio al ripristino della situazione esistente antecedentemente al provvedimento di fusione», interviene l’assessore comunale alla sanità, Patrick Arcais. E lo fa per confermare che «l’amministrazione comunale sarà attore co-protagonista nel processo che potrà vedere nel tempo una trasformazione dell’ente, soprattutto in termini strutturali, ponendo come sicura e non negoziabile condizione quella che la Don Ziglio, all’interno dell’Apsp Levico Curae, dovrà rimanere un riferimento e un fiore all’occhiello tra le realtà di assistenza, provinciali e nazionali, nella certezza che, non appena sarà possibile procedere con una sistemazione degli spazi, essa potrà tornare a offrire quel servizio qualitativo, garantito da educatori, operatori, e sanitari, che sempre rappresenta uno degli orgogli della nostra città. Riconosciamo innanzitutto all’ente di essere un'azienda di diritto pubblico del tutto autonoma rispetto a qualsivoglia altra amministrazione, al fianco della quale ci ritroviamo in una limpida e proficua collaborazione».

«Dal 1963 – spiega Arcais – la Piccola Opera ha trovato collocazione definitiva dov’è oggi, dopo un itinerario costellato da numerosi passaggi formali e burocratici che hanno però sempre avuto come ideale un profondo legame con il territorio che l'ha caratterizzata e continua a caratterizzarla. Come spesso ci troviamo a ricordare nei nostri incontri e riunioni, la Piccola Opera, come venne denominata a partire dal 1983 e come ancora oggi la maggior parte dei levicensi continua a chiamare, non “si trova a Levico”, ma “è di Levico”, decisamente legata a doppio filo al nostro comune. I suoi ospiti sono considerati figli e genitori dei levicensi, in base alla reciproca età degli stessi. Alcuni di loro, specie coloro che risultano essere più autonomi, fino a prima dell’inizio della pandemia erano ospiti fissi delle nostre vie, degli esercizi commerciali, parte integrante della nostra comunità. Fin dall’inizio della pandemia che ha messo una forte pressione su chiunque, ospiti, lavoratori, familiari e gestori di queste strutture, avendo l’amministrazione considerato l’Apsp un soggetto per sua natura particolarmente sensibile, ha favorito quella che è stata poi una forte e solida collaborazione con il suo direttore e il cda, al fine di poter rimanere costantemente e reciprocamente aggiornati sull’evolversi della situazione».

Prosegue Arcais: «Da ben prima dell’inizio di tutto questo l'Area Disabilità si trova a far fronte con quella che risulta essere la problematica più evidente, ossia la vetustà dello stabile che ci ha costretti a ricercare soluzioni che potessero permettere una migliore compartimentazione e divisione degli spazi interni, così come previsto dai protocolli dell’Azienda sanitaria, in accordo con la Provincia, proprietaria dello stabile. Abbiamo individuato la sede della Croce Rossa che in tempi brevissimi è stata sistemata dalla Protezione Civile e adibita all’accoglienza di una parte degli ospiti dell’Area Disabilità, essendo quella di via Silva Domini 37, nelle condizioni nelle quali si trova, del tutto inadeguata all’utilizzo per il quale è stata destinata. Un tema, quello del rifacimento dell’edificio storico della don Ziglio, più volte sollevato anche prima della pandemia sia da noi che dal cda della Levico Curae, proponendo alla Provincia soluzioni di intervento. Nelle riunioni che si sono nei mesi susseguite, anche negli ultimi giorni, Stefania Segnana, e il suo staff tecnico, ha mostrato un sicuro interesse e un impegno a trovare una soluzione che vada nell'indirizzo di risolvere definitivamente la situazione».

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