L'INTERVISTA Stefano barozzi 

«Ora mi preoccupano i ragazzi che vedo in giro» 

Il Covid a Mori. Il sindaco chiede l’aiuto dei genitori: troppi adolescenti non rispettano  le regole nelle uscite pomeridiane e possono diventare veicolo di contagio per le famiglie


MATTEO CASSOL


Mori. «le famiglie vigilino sul comportamento dei propri figli adolescenti nelle ore libere»: lo dice il sindaco di mori stefano barozzi, convinto che in quelle circostanze si annidi il maggiore rischio di nuovi focolai di covid.

Sindaco, com’è la situazione?

«Stabile, apparentemente con una tendenza a rientrare. Abbiamo molte guarigioni, però tutti i giorni registriamo nuovi casi, perciò l’attenzione deve essere altissima, perché per leggerezze possono ripartire i focolai».

Diamo i numeri?

«Abbiamo complessivamente 115 positivi, di cui 33 con tamponi molecolari e 82 con test rapido, quindi rimaniamo attorno all’1.1-1.2% di positivi sulla popolazione, sempre lontani dalla zona rossa che scatterebbe al 3%, ma senza poter abbassare la guardia. Le positività si registrano su tutto il territorio, nessuna zona è più colpita di altre».

Che dire delle scuole?

«In questo momento le classi sono tutte o quasi in presenza. Il problema è quando tra gli insegnanti o gli educatori si verificano dei casi o devono comunque rimanere in quarantena ed è necessario provvedere alla loro immediata sostituzione: tutt’altro che facile, per questo siamo sempre in preallarme. Nel weekend abbiamo approfittato della chiusura delle materne di Tierno e della Peratoner per una sanificazione, perché si era verificato qualche caso».

E l’Apsp?

«La situazione in casa di riposo è in gran parte è rientrata, anche se ci sono stati purtroppo alcuni decessi. Sempre in tema sanitario, abbiamo incontrato (virtualmente) i medici di base della zona».

Ogni giorno tramite “La stanza del sindaco” invita i moriani alla cautela. In particolare, cosa la preoccupa?

«Per non regredire è importante il rispetto di tutte le regole. In particolare vorrei richiamare le famiglie all’attenzione nei confronti del comportamento nelle ore libere dei figli adolescenti, perché vedo in giro gruppi di ragazzi che non rispettano le prescrizioni e si fermano a mangiare o a bere in compagnia. Le scuole al loro interno sono sicure: le criticità si possono registrare fuori, dove i più giovani, solitamente asintomatici, possono diventare veicolo di contagio per altri».

Dal punto di vista economico-sociale, com’è lo scenario?

«L’assessore Ortombina si è attivata con tutte le associazioni di volontariato e con le attività economiche per far ripartire “Mori si aiuta”. Si è trovata grande disponibilità da parte di molti, alpini, scout ma anche singoli e altre associazioni. Inoltre molti alimentari attivano parallelamente i propri servizi di consegna. Stiamo lavorando anche con la Caritas, anche se per il momento non sono emerse particolari difficoltà, segno che la rete di contatti in primis familiari sta già esercitando forme di solidarietà e sostegno».













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