la storia

Lucia Mazzucchi, la “Principessa” dei tir

Dalla Val di Gresta ai lunghi viaggi sui mezzi pesanti: “Prima li organizzavo, ora al volante ci sono io”


di Daniele Peretti


VAL DI GRESTA. Quando è entrata nelle docce dell'area di servizio autostradale di Nogarole Rocca gli altri camionisti l’hanno guardata imbarazzati chiedendole se avessero dovuto uscire: “Non dimenticherò mai quella scena; gli uomini erano molto più a disagio di me, ma li ho tranquillizzati chiedendo se non avessero mai visto un paio di gambe, perché in doccia il resto è coperto”. Ironizza Lucia Mazzucchi, quarantenne della Val di Gresta che da sette mesi è camionista a tempo pieno, ma denuncia: “Genericamente in Italia i servizi igienici delle autostrade fanno schifo, ma per le donne non è previsto nulla e dire che siamo un numero sempre maggiore, specialmente straniere”.

Anche nel caso di Lucia Mazzucchi, come per Paola Cestari la cui storia abbiamo raccontato qualche giorno fa, è la passione a far prendere la decisione di cambiare vita. “La passione per i camion l’ho sempre avuta. Ho molti amici che fanno i camionisti che mi hanno fatto provare nei piazzali vuoti e la voglia di guidare i mezzi pesanti mi è cresciuta ancora di più. Nel 2019 ho preso la patente C e sette mesi fa la E ed eccomi qui alla guida della mia motrice Scania R 500 tre assi”.

Prima Lucia Mazzucchi era disponente al Consorzio Cles dove organizzava i viaggi degli autisti: “Ho cominciato come vice e poi a pieno titolo. Pianificavo i viaggi, organizzavo i carichi, ma poi mi sono stufata. Preferisco essere organizzata e non organizzare”.

Sul camion hai una targhetta con scritto “Principessa”: cosa vuol dire? “ E’ il mio soprannome. Quando ho cominciato a lavorare da Frioli Autotrasporti mi davano i viaggi più facili e così i colleghi iniziarono a dire che ero trattata come una principessa e da lì è nato tutto”.

Come sono i rapporti con i colleghi? “Molto buoni e c’è una collaborazione che tra i maschi non vedo. Succede anche che i magazzinieri mi diano la precedenza, poi c’è tanta curiosità: la “principessa la vogliono conoscere in tanti”... Pensi che in un ristorante di Arluno, una cameriera che faceva sempre il mezzogiorno, si è fatta cambiare turno per conoscermi. A Cavalcaselle la famiglia che gestisce il ristorante dove mi fermo a mangiare mi ha adottata e siedo al tavolo con loro”.

Cosa deve avere una donna per riuscire a fare la camionista? “Nel mio caso spirito libero, voglia di viaggiare e di conoscere. Poi passione, perché non è un lavoro che si può catalogare tra quelli normali. Ad esempio due settimane fa non sono mai tornata a casa ed ho dormito sempre fuori. Quella scorsa sono rientrata tutte le sere: bisogna sapersi adattare”.













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