il processo

Uccise la moglie incinta di 8 mesi: «Chiedo perdono a Dio e ai familiari di Fatima»

Mustafa Zeeshan, il 40enne pachistano accusato dell’omicidio della 28enne Fatima a Versciaco, parla a sorpresa in aula



BOLZANO. Colpo di scena ieri (21 giugno) in tribunale a Bolzano nel corso del processo a carico di Mustafa Zeeshan, il quarantenne pachistano accusato dell'omicidio di sua moglie Fatima a Versciaco. Che ha chiesto la parola e si è rivolto alla famiglia di Fatima chiedendo scusa. 

La donna, che aveva 28 anni ed era all'ottavo mese di gravidanza, venne uccisa la notte del 30 gennaio 2020, picchiata e soffocata nell’appartamento dove viveva con il marito.

L’uomo, accusato di omicidio volontario aggravato, finora non aveva mai parlato al processo né ha mai ammesso di essere l'autore del delitto. 

Nel corso delle indagini il perito incaricato dal gip di stabilire se l’uomo fosse capace di intendere e volere, diagnosticò a Zeeshan un grave disturbo comportamentale del sonno Rem, chiamato Rbd.

Oggi Zeeshan ha chiesto a sorpresa di poter fare delle dichiarazioni spontanee nel corso dell'udienza, che era dedicata all'audizione dei familiari di Fatima: i genitori, due sorelle e due fratelli, giunti appositamente dal Pakistan. Proprio a loro si è rivolto Mustafa, dichiarando al microfono in aula: "Porgo le mie condoglianze e chiedo scusa dal profondo del mio cuore per quello che è successo. Chiedo molte volte scusa alla mamma di Fatima e a tutta la sua famiglia. Mi dispiace. Se loro vogliono un aiuto di qualsiasi tipo io sono disponibile di dare una mano per qualsiasi cosa. Chiedo perdono a Dio e a loro, chiedo scusa. Quello che sento dentro di me nessuno lo sa, però io chiedo scusa - ha aggiunto Mustafa - Io so come sarà il loro dolore, di una persona che perde la propria figlia. Ringrazio la corte, gli avvocati e tutte le persone che mi stanno aiutando".

Nel corso del processo i familiari di Fatima avevano raccontato che la giovane donna era profondamente triste dopo il matrimonio: "Viveva rinchiusa in casa, come se fosse una schiava" ha detto uno dei fratelli. 













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