Zone turistiche, occhi puntati sulle funivie 

Le stazioni sciistiche non registrano disdette. Il sindaco di Pinzolo, Cereghini: «Abbiamo posto il problema al gruppo di lavoro provinciale ma le probabilità di contagio non aumentano con periodi di contatto così brevi. Abbiamo piena fiducia nei nostri esperti, sono molto preparati»  



Trento. Tra gli argomenti affrontati dall’incontro dei sindaci e dei loro delegati con il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, c’è stato anche il contraccolpo delle misure preventive contro il Corona virus sul turismo, e in particolare sull’affluenza nelle stazioni turistiche invernali che in questo periodo vivono un momento di particolare vivacità. «Per noi il periodo di Carnevale è alta stagione - spiega il sindaco di Pinzolo Michele Cereghini -, con le scuole ferme molte famiglie da Lombardia e Veneto arrivano nella nostra zona, e l’affluenza è massiccia». In particolare, è stata posta l’attenzione sugli ipotetici rischi di contagio in situazioni in cui la promiscuità in ambienti chiusi è strutturale, come ad esempio negli spazi per l’attesa degli impianti di risalita e in funivie e cabinovie. «Sono stato io a porre il problema al gruppo di lavoro della Provincia - spiega Cereghini -, ma la risposta è stata che la permanenza in luoghi chiusi, o le zone di affollamento “indoor” in generale, non hanno una durata tale da aumentare in maniera sensibile il rischio di contagio. Si parla di periodi che vanno da pochi minuti ai venti-trenta minuti al massimo che i turisti trascorrono in cabina durante la risalita, momenti brevi che non comportano alcuna criticità né aumento del coefficiente di rischio».

A sciare ci si può dunque andare a cuor leggero, dunque: secondo gli esperti della Provincia frequentare gli impianti di risalita non comporta particolari rischi. «Ora aspettiamo di leggere l’ordinanza che verrà emessa dalla Provincia per esprimere le nostre valutazioni. Ma bisogna ricordare - aggiunge il sindaco di Pinzolo - che si tratta di misure del tutto precauzionali, messe in campo in totale assenza di casi di contagio sul nostro territorio. Va però tenuto comunque alto il livello di attenzione, di fronte alla possibilità di diffusione del virus. Del resto, io ho posto il problema tecnico, ma non sono un medico né un epidemiologo. Ho incontrato le spiegazioni di un gruppo di lavoro molto coeso e preparato, si tratta di esperti su cui riponiamo la nostra totale fiducia».

Per il momento, nessuna stazione turistica trentina ha accusato battute di arresto sull’affluenza turistica. E Cereghini conferma: «Non ci risultano né disdette né particolari allarmi. Non è stato registrato alcun caso di contagio da Corona virus in Trentino, e con un gruppo di lavoro così, mi sento molto tranquillo». GI.L.













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