il caso

Wwf e Italia Nostra: «No all’accordo sul cementificio di Sarche»

Valle dei Laghi, Coordinamento ambientale contrario. «Fotovoltaico in cambio di fumate: azione economica» 


ANDREA TOMASI


VALLE DEI LAGHI. Odore di cemento e di divisioni. Il mondo ambientalista boccia l'accordo di compensazione annunciato nei giorni scorsi: un accordo che (vedi "Il nuovo Trentino" di domenica) non convince, per modalità e sostanza, manco il sindaco di Madruzzo Michele Bortoli. Ma cosa si prevede esattamente? In cambio del "disagio" dato dalla riaccensione dei forni del cementificio di Sarche (con annesse fumate anomale; sono 12 quelle registrate finora) si concede un terreno (oggi di proprietà di Italcementi) per realizzare un campo fotovoltaico. Il progetto non è ancora formalizzato, ma i lavori preparatori sono in stato avanzato, tanto che si parla di una impresa cooperativa che sarà chiamata a gestire la cosiddetta "comunità energetica" (l'ufficialità ci dovrebbe essere in autunno). Per le associazioni ambientaliste la compensazione individuata con questa "fuga in avanti" non dà sollievo ad una comunità che ha dovuto assistere alla riaccensione dei forni di una fabbrica che tanti pensavano fosse ormai destinata alla conversione in chiave ecologica. I grandi affari che si stanno per realizzare sul territorio (il Bypass ferroviario è solo un tassello di tutta l'operazione "corridoio del Brennero") chiamano cemento. E il cemento arriva, ovviamente non a costo zero

E adesso l'accordo tra Italcementi e il Comitato Salviamo la Valle dei Laghi mette in difficoltà le associazioni ambientaliste che finora hanno affiancato il comitato nella battaglia per difendere l'aria pura e il territorio. In realtà il compromesso sta mettendo in difficoltà lo stesso comitato cittadino che in questo momento appare indebolito. Per mesi i componenti di “Salviamo la Valle dei Laghi” hanno fatto sentire la propria voce. Si è parlato dell'opposizione alla riaccensione dei forni, alla presenza di un'industria pesante nel cuore di un Distretto agricolo biologico. «Un controsenso» è stato detto, a più riprese. Contraddizioni a norma di legge, intendiamoci, ma la sostanza non cambia. Il comitato - presieduto dall'imprenditore vitivinicolo Marco Pisoni, che è anche a capo del Biodistretto - sta lavorando all’accordo con i vertici della società cementiera. A farlo sapere è stato il dirigente generale dell'Appa (Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente) Enrico Menapace. Martedì 13 (alle 20 al Teatro parrocchiale di Sarche) ci sarà un incontro che potrebbe aiutare a fare chiarezza. Titolo: “Cementificio di Sarche: il bilancio di un anno”. Un bilancio non buonissimo se guardiamo alle ripercussioni e al clima pesantissimo di questi giorni.

Sergio Negrisolo (Wwf Alto Garda) sta seguendo a distanza la vicenda della compensazione che non compensa: «Per quanto riguarda il cementificio di Madruzzo, noi del Wwf, insieme a Italia Nostra e al Coordinamento ambientale Alto Garda e Ledro non intendiamo scendere ad alcun compromesso e non accettiamo compensazioni. Installare pannelli solari fotovoltaici nei terreni restituiti al Comune non è una soluzione percorribile. Se quanto emerso in questi giorni si realizzasse davvero, non sarebbe certo la strada giusta per l'ambiente. A mio parere si sta cercando di travestire da intervento ecologico, un'azione che non è altro che una compensazione. Qui stiamo parlando di una mera operazione economica-politica e che non ha nulla a che vedere con il miglioramento della situazione e la tutela dell'ambiente. I terreni eventualmente dismessi devono tornare a un utilizzo agricolo».

Aria pesante in Valle dei Laghi. E non ci riferiamo alle emissioni della fabbrica che fa capo a Italcementi- Gruppo Heidelberg, bensì alle tensioni interne ed esterne al comitato. Manuela Bottamedi, ex consigliera provinciale e in prima linea nella battaglia ecologista nella sua valle, mette in evidenza un “peccato originale”: le due realtà (Comitato Salviamo la Valle dei Laghi e Biodistretto) spesso non vengono percepiti come separati. «Il fatto che a capo di entrambi gli enti ci sia la stessa persona (Marco Pisoni, ndr) di certo non aiuta a mantenere autonomia e chiarezza di posizione. I due enti potrebbero anche legittimamente avere visioni diverse, ma se a capo vi è la stessa persona, come si fa a mantenere una posizione diversa?» Intanto il caso torna in consiglio provinciale. Alex Marini (Movimento Cinque Stelle) dice che «il Comune avrebbe ragione di rivendicare il suo ruolo all’interno del progetto compensazione». «Il problema è che la richiesta dovrebbe arrivare dopo aver fatto una valutazione sull'impatto causato dalla riaccensione dei forni. A livello micro non è mai stata fatta una Vinca (Valutazione di incidenza che ha la finalità di valutare gli effetti che un pian può generare sui siti della rete Natura 2000) mentre a livello macro la Vas (Valutazione ambientale strategica) non ha considerato affatto il cementificio né acceso né spento. L'analisi multicriterio sarebbe essenziale per quantificare la compensazione da riconoscere alla comunità locale. Senza analisi il sindaco chiede sulla base di un ragionamento fatto a spanne».

 













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