Volontariato, porte aperte al «profit»

È la proposta di Casagranda (Csv). Cortelletti (Punto d’incontro): «Soluzioni per senza tetto e padri separati»


di Daniele Peretti


TRENTO. Una delle problematiche che la nuova amministrazione comunale sarà chiamata ad affrontare sarà quella del volontariato sociale che quotidianamente affronta emergenze umane proprie delle persone costrette a vivere ai margini. Le proposte non mancano: si va dagli appartamenti condivisi, alla concessione di case in cambio di lavoro, ma anche all'apertura al “profit” del mondo del volontariato. Anche questa è una delle tematiche emerse dal sondaggio promosso tra i nostri lettori (già 1114 le risposte), che mettono al primo posto la sicurezza (18%), al secondo il recupero delle aree abbandonate (13%) ed al terzo la mobilità (9%).

Il volontariato sociale in tempo di crisi può anche aprirsi al profit, come forma di autofinanziamento considerando che si tratta di un mercato solido che produce occupazione, quindi reddito. L'idea è di Giorgio Casagranda, presidente del Centro servizi volontariato, che alla nuova amministrazione chiederebbe un alleggerimento della burocrazia e facilitazioni fiscali. Positivo il giudizio sull'operato delle precedenti amministrazioni, delle quali il Csv è stato partner in molte iniziative, tra tutte i “Summerjobs”.

Proposte stimolanti anche da Alberto Cortelletti, direttore del Punto d'Incontro, che individua nel problema dei pernottamenti dei senza tetto una delle questioni da affrontare: «Non si può continuare a costruire nuovi dormitori, ma bisogna trovare delle nuove vie, come potrebbe essere quella della concessione di case a chi ne ha bisogno, all'insegna della comune gestione e condivisione. Ovvero in cambio dell'affitto, si possono svolgere attività utili a tutti, in modo da “aprire” il rapporto condominiale, senza lasciare in una situazione di isolamento le persone con problemi». Una altra nuova emergenza è data dal ritorno sulla strada di chi anni fa l'aveva abbandonata. È quasi sempre la disoccupazione ad interrompere l'integrazione e quindi sarebbero necessarie delle specifiche ricerche di occupazione, riservate a chi ha ancora pochi anni prima di andare in pensione.

Un problema aperto evidenziato da Cortelletti, è quello dei padri separati: «Null'altro che una lotta tra aventi diritti che spesso porta ad un costo degli alimenti percentualmente insostenibile rispetto alla busta paga percepita. In caso di mancato pagamento subentra la Provincia, ma se non vi è rimborso scatta la denuncia penale: il Comune dovrebbe pensare a degli interventi mirati. A carattere generale bisogna creare i presupposti perché chi non ce la fa non si consideri un perdente, ma solo una persona in difficoltà».

Giorgio Casagranda, pone anche il problema del ricambio generazionale del volontariato: «Con l'amministrazione comunale si deve progettare un comune piano per promuoverci tra i giovani. Iniziative di coinvolgimento, occasioni di formazione, ma anche di prove dirette. Innovativo il bando appena assegnato per interventi di sostegno per i ragazzi che escono dai percorsi tutelati. Due i campi d'intervento: il primo è quello generico del mondo giovanile, il secondo quello della ricerca di famiglie disposte ad ospitare questi ragazzi, mettendo a disposizione anche solo un posto letto, ma favorendone così sia la convivenza che l'inclusione».

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