Virus, nuova impennata dei contagi «Pronti a riaprire i reparti Covid» 

L’epidemia. Nella filiera della carne un altro focolaio, nelle ultime 24 ore registrati 76 casi positivi in più rispetto al giorno precedente Coinvolti quattro minorenni, ma senza conseguenze per le scuole. Fugatti: «Situazione preoccupante, bisogna rivedere i nostri comportamenti»


Andrea Selva


Trento. Nuova impennata dei contagi in trentino, con 76 nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore e l’azienda sanitaria che si prepara a convertire in covid un primo reparto, se dovessero finire i posti nei reparti di malattie infettive. questa è la situazione delineata ieri dalla giunta provinciale e dall’azienda sanitaria nel corso di una conferenza stampa tenuta nel pomeriggio, appuntamento ormai tornato quotidiano come durante i mesi primaverili del lockdown.

I numeri

Dei 76 nuovi casi, 67 si riferiscono all’attività di screening dell’Azienda sanitaria ala ricerca di eventuali contagi partendo dai casi positivi che vengono ogni giorno identificati. Circa la metà di questi casi (34) si riferiscono a un nuovo focolaio individuato nell’ambito dei controlli sulla filiera della carne. Una situazione che - come ha detto il dottor Antonio Ferro, dell’Azienda sanitaria - ha portato alla chiusura dell’azienda in attesa della sanificazione dei reparti. Altri sei casi si riferiscono al mondo dell’agricoltura, dove i controlli vengono effettuati sul lavoratori giunti in Trentino dall’estero che lavorano nei frutteti con un regime di quarantena attiva, restano cioè in isolamento (a gruppi di quattro, senza contatti con altre persone) al termine dell’attività lavorativa. Tra i nuovi casi risultano anche quattro minorenni, ma si tratta di situazioni che (a differenza di quanto avvenuto nei giorni precedenti) non hanno richiesto misure di isolamento nelle scuole perché in due casi si tratta di bambini giovanissimi che non frequentano le scuole dell’infanzia, mentre nei restanti due casi si tratta di un rientro dall’estero (senza contatti con la scuola) e di un ragazzo che aveva avuto contatti all’interno della famiglia e che non era andato a scuola. In tutto - come ha detto il dottor Ferro - i focolai di una certa rilevanza attualmente presenti in Trentino sono sette. I tamponi effettuati sono stati oltre 2 mila.

Situazione preoccupante

Secondo il presidente Fugatti la situazione comincia a essere preoccupante soprattutto per un motivo: «Finora abbiamo portato avanti una grande attività di tracciamento dei casi e di contenimento dei focolai. Ma ora stiamo notando che la percentuale di contagi che si registra nell’ambito dei focolai è in continua diminuzione: il 15 settembre era al 63 per cento, il 16 è scesa al 50 per cento e ora siamo al 40 per cento. Questo significa che il grande lavoro che stiamo facendo, pur importante, arriva fin dove arriva e sta calando la capacità di collegare i nuovi casi ai focolai, dobbiamo cominciare a dirlo chiaramente alla popolazione che deve “ritarare” il proprio comportamento. la situazione è sotto controllo, ma comincia a diventare preoccupante e bisogna aumentare il livello di vigilanza e di rispetto delle regole». Il presidente Fugatti comunque ha escluso per il momento la necessità di una nuova ordinanza provinciale per cambiare le regole introducendo misure più restrittive, limitandosi a dire che “l’esperienza della primavera scorsa ci ha comunque insegnato quali sono i passi da fare”.

Il piano degli ospedali

Attualmente ci sono 11 pazienti ricoverati in ospedale, tutti nei reparti di malattie infettive (nessuno nei reparti di terapia intensiva). Ma i posti disponibili sono una quindicina e - ha detto Fugatti - quando saranno esauriti bisognerà procedere con la riconversione di altri reparti in reparti Covid, come è avvenuto la primavera scorsa. Ma questa volta l’obiettivo è di riorganizzare i servizi sanitari senza convertire le sale operatorie come era avvenuto durante lo scorso lockdown. Per questo è stata anche chiesta alla Protezione civile nazionale la delega per gestire in autonomia le gare d’appalto (secondo le procedure di urgenza) per l’acquisto di nuove attrezzature che consentiranno di aumentare i posti di terapia intensiva, come previsto dal piano anti Covid nazionale. L’obiettivo è di gestire l’operazione a Trento, senza dipendere da Roma.

Le strutture per l’isolamento

Intanto sono cominciati i trasferimenti dei pazienti che non hanno la possibilità di restare in isolamento a casa propria all’interno delle ex caserme delle Viote o dell’ex struttura ricettiva di San Cristoforo al Lago.

I trasporti

Sulla questione dei trasporti è intervenuto il mobility manager, Roberto Andreatta, sottolineando che i mezzi pubblici viaggiano all’80 per cento della capienza (secondo le regole) e che dai controlli a campione risulta che i ragazzi rispettano le norme sulle mascherine: «Ma serve più attenzione - ha detto - prima e dopo la salita a bordo, perché nelle stazioni e alle fermate si vedono situazioni che non vorremmo vedere».













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