LA MANIFESTAZIONE

Violenza di genere, protesta del collettivo transfemminista

La manifestazione per chiedere che sia fatta chiarezza su modalità e procedure con cui vengono raccolte le denunce di episodi di violenza sulle donne



TRENTO. Il collettivo transfemminista queer ha manifestato oggi davanti alla facoltà di Sociologia, prima, e alla questura di Trento, poi, per chiedere che sia fatta chiarezza su modalità e procedure con cui vengono raccolte le denunce di episodi di violenza sulle donne. Quesito che si ricollega anche a una vicenda di cronaca alcune settimane fa: una diciassettenne, dopo essere stata oggetto di violenze fisiche e psicologiche da parte del suo ragazzo, si era recata in questura insieme alla madre per denunciare, ma una volta lì - questo il suo racconto - sarebbe stata rispedita a casa per ben quattro volte, con affermazioni disincentivanti rispetto all'ipotesi di una denuncia.

«Delegittimare una donna che trova il coraggio di denunciare - dicono dal collettivo - significa attuare una seconda violenza, isolando e indebolendo la sua voce. Chiediamo la garanzia che per chi sceglie di denunciare vi sia una struttura o un ufficio apposito, del personale specializzato».

L'auspicio che vi sia una presa di posizione non riguarda solo le forze dell'ordine: «Sulla vicenda - dice il collettivo - non si è aperta alcuna riflessione pubblica, non ci sono state dichiarazioni né dalla Questura, né dalle forze politiche, né dagli attori istituzionali, né dalla società civile. Riteniamo che sia doveroso spezzare questo silenzio, innanzitutto manifestando solidarietà a questa giovane donna, di cui vogliamo al contempo rispettare il diritto alla riservatezza. A lei un messaggio semplice e chiaro: sappi che non sei sola, sappi che noi ti crediamo». 













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