Dillo al Trentino

«Via Pietrastretta a senso unico, ma non doveva essere una prova?». Ecco gli altri nodi irrisolti della viabilità di Trento

La segnalazione: «L’assessore aveva promesso che quel senso unico sarebbe durato sei mesi, ma non è stato così».  I semafori “poco intelligenti” di via Ventuno, il senso unico di Via Endrici: «Sistema viario da rivedere»



TRENTO. Il caso di via Pietrastretta che è diventata a senso unico obbligando molti residenti della zona a fare giri enormi per andare a casa o al lavoro (spesso mettendoci fino a 20-25 minuti in più) continua a sollevare reazioni.

Ecco la segnalazione di Ruggero Bortolotti, da Cognola: «Ho usato per anni via Pietrastretta per giungere a Trento nord da Cognola in pochi minuti e senza difficoltà. Poi la via, dopo sei mesi di chiusura per rifacimento fognature, è diventata a senso unico: ora o ci si infila verso piazza Venezia in perenne colonna (con accesso referenziale per Trento centro/sud) o si scende verso Solteri, si percorre via Manzoni e ci si infila a destra verso la rotatoria del Magnete, invertendo la direzione.

Il problema è stato segnalato dal sottoscritto più volte, la risposta del furbissimo assessore è stata: una prova di sei mesi. Ma vedrete che quando scaveranno mezza collina per la Tav, abbattendo case e Cassa Rurale,forse cadrà il problema insieme alla strada finendo nei rifiuti degli scavi Tav», prosegue Ruggero.

«Probabilmente a tal punto dalla collina dovremo scendere; passando per San Donà, Povo, Villazzano».

Ma la segnalazione si spinge più in là, andando a toccare altri nervi scoperti della viabilità del centro di Trento: «Credo che tutto il  sistema viario di Trento sia da rivedere in quanto ha 50 anni e il traffico è cambiato: esempio sono gli impianti semaforici da via Ventuno (Castello) alla stazione, non sincronizzati, oppure il solito furbo che ha reso via Endrici a senso unico dal centro verso sud, costringendoti a fare un giro dell'oca che conta almeno due chilometri in più in vie già oberate dal traffico.

Scusate: mi sono dilungato, ma tanto ci sarebbe da dire su questa mia città...», conclude Ruggero Bortolotti.

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