Una doppia tragedia al Passo del Brocon
Alessandro Negroni, 17 anni di Gorgonzola, è morto cadendo fuori pista Alessandro Perazzolo , vicentino di 45 anni, è stato sepolto da una valanga
CASTELLO TESINO. La giornata era bellissima, la neve tanta e le piste “tirate” come un biliardo. Ma quella di ieri è stata una giornata nerissima, al Passo del Brocon, con due giovani vite spezzate nel giro di poche decine di minuti, in due distinti episodi.
La prima vittima aveva poco più di 17 anni, si chiamava Alessandro Negroni e abitava a Gorgonzola. A Castello Tesino, nella casa di famiglia della mamma, originaria della zona, era salito con i genitori per trascorrere il week end.
E quella di ieri era davvero una giornata ideale per sciare. Alessandro era arrivato in quota con gli impianti e poi, rapito dal richiamo del manto nevoso alto e soffice, ha lasciato il tracciato della pista Val Fontane e si è inoltrato nella neve fresca con il suo snow board. Su cosa sia successo dopo stanno ancora indagando gli uomini del Corpo Forestale, che svolgono servizio sulle piste della località e che, su segnalazione di altri sciatori, sono intervenuti subito dopo la tragedia. Di certo c’è solo che il ragazzo ha perso il controllo della tavola ed è caduto, riportando lesioni che non gli hanno lasciato scampo: Alessandro Negroni è morto sul colpo e a nulla sono valsi i soccorsi dei sanitari del 118, saliti in quota con l’elicottero di Trentino Emergenza. Il corpo dello sfortunato teen ager è stato portato a valle solo qualche ora più tardi, quando è arrivato il nulla osta alla rimozione del magistrato, il sostituto procuratore della Repubblica di Trento, Rosalia Affinito. La notizia della morte del ragazzo è arrivata subito a Castello Tesino e ha profondamente scosso l’intera comunità. In paese, infatti, vive il nonno di Alessandro e in molti conoscono anche il ragazzo dal momento che, non appena poteva, lasciava la Lombardia per trascorrere qualche giorno di relax nel centro della Valsugana.
Ma la terribile giornata di Passo Brocon non era ancora terminata. Sanitari, vigili del fuoco, guardie forestali e uomini del Soccorso Alpino erano ancora impegnati nel cercare di salvare Negroni quando, a poche centinaia di metri di distanza in linea d’aria, sul monte Agaro, in località Chalet Paradiso, sul versante della montagna che si affaccia proprio sulla Valsugana, s’è staccata una valanga. Un enorme muro di neve con un fronte di 300 metri e una profondità di 150 che ha iniziato la sua corsa verso valle dopo il passaggio di un gruppo di snowboarder vicentini che, nonostante il pericolo di valanghe fosse altissimo, hanno deciso di provare il brivido di scendere dal ripido costone, galleggiando sulla spessa coltre di neve fresca. Cinque, per la precisione: subito spazzati via dall’onda bianca che loro stessi avevano provocato. Una valanga che ha letteralmente “ripulito” il pendìo, lasciando in vista solo un desolante tappeto di erba secca.
Quattro di loro hanno avuto fortuna e, seppur sballottati e semisepolti dalla neve, sono usciti dalla terribile avventura praticamente illesi. Un vero miracolo. Sono bastati pochi secondi, però, perché il gruppo di amici si accorgesse che all’appello mancava Alessandro Perazzolo, 45 anni, artigiano di Montebello Vicentino. Immediata è partita la richiesta d’aiuto e il coordinatore dell’Area operativa Trentino orientale del Soccorso alpino e la centrale operativa di Trentino emergenza, hanno inviato sul posto due elicotteri, con a bordo il tecnico di elisoccorso del Soccorso alpino Trentino, il personale medico e infermieristico, due unità cinofile del Soccorso alpino, un’unità cinofila della Guardia di Finanza e circa 30 tecnici della zona operativa Valsugana-Tesino. Frenetiche le ricerche di Perazzolo, che era privo di Arva (l’apparecchio di ricerca in valanga) e per questo, i soccorritori hanno dovuto affidarsi alle sonde e al «Recco», un altro sistema elettronico di ricerca che permette di rintracciare il segnale di speciali piastrine inserite nelle tute da sci. Il corpo dell’artigiano veneto è stato trovato sotto un metro e mezzo di neve, grazie alle sonde, ma per lui non c’era nulla da fare. Vani i prolungati tentativi di rianimare lo sportivo compiuti dal medico e dagli infermieri del 118. E quando, dopo quasi un’ora di disperato massaggio cardiaco, i sanitari si sono arresi, sul gruppo di snowboarder è scesa la disperazione. Anche di questa seconda tragedia è stata subito informata la pm Affinito. Il corpo di Perazzolo è stata trasportato a valle e ricomposto nella camera mortuaria dell’ospedale di Borgo.
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