Un software per prevenire i suicidi

Sensori nei cellulari per monitorare i malati maniaco-depressivi


Sandra Mattei


TRENTO. S'intitola come una specie di farfalla: una metafora della leggerezza estrema associata alla resistenza. E' Monarca, il nome del progetto di ricerca elaborato da Create-Net, il centro di ricerca non profit che opera nelle telecomunicazioni e che in questo caso vuole essere un supporto alla cura dei pazienti maniaco-depressivi, utilizzando il loro telefono cellulare per tenerli monitorati a distanza.

Ne abbiamo parlato con il coordinatore del progetto Oscar Mayora e con la ricercatrice Silvia Gabrielli che, insieme a 12 istituzioni europee - aziende informatiche, università ed ospedali - condividono la ricerca. Va detto, prima di tutto, che i pazienti che soffrono disturbi bipolari - passano cioè da fasi maniacali a stati depressivi - sono 1 su 100 in Europa e negli Stati Uniti sono quasi il triplo (2,6%).

Un'emergenza, considerato che l'incidenza della malattia, a livello mondiale, è del 10%. In termini di anni di vita persi, i colpiti da disturbi bipolari, sono i più gravi: perdono in media 42 anni di vita. «Una patologia - commenta Oscar Mayora - che è più difficile individuare, perché a differenza della depressione ha fasi alterne, con conseguenze molto gravi, come la perdita del lavoro, ma anche il suicidio». Il progetto Monarca (acronimo di Monitoring, treatment and prediction of bipolar disorder episodes) ha elaborato alcuni supporti informatici che permettono ai pazienti di essere monitorati in tempo reale dal medico curante, per poter essere seguiti in modo più efficace ma anche per evitare il rischio di suicidi. I prototipi realizzati con alcune aziende informatiche europee sono software per cellulari che attraverso brevi questionari rilevano dati sul paziente, orologi che registrano il battito cardiaco e una sorta di auricolare per effettuare l'elettroencefalogramma. «La difficoltà di curare i pazienti - spiega Oscar Mayora - è dovuta al fatto che i soggetti spesso non sono attendibili nel riferire la loro condizione. I prototipi che sperimentiamo aiutano i medici a conoscere in tempo reale le condizioni dei malati, e possono essere utili anche al paziente per riconoscere i segnali di fasi acute. Per esempio, nelle fasi maniacali i pazienti possono arrivare a fare spese folli, oppure possono imbarcarsi in progetti insensati».
Aggiunge Silvia Gabrielli, psicologa coinvolta nella ricerca: «Si tratta di una malattia con sintomi molto soggettivi e spesso i pazienti si rivolgono ai medici solo quando sono in fase acuta. Con questi strumenti il paziente riceve dei campanelli d'allarme e può fare correlazioni tra sintomi e rischi connessi per poter essere curato con farmaci adeguati».

I ricercatori di Create-Net hanno iniziato a lavorare al progetto 3 anni fa ed ora, a fine anno, massimo gennaio 2011, inizieranno a sperimentarlo in collaborazione con due ospedali psichiatrici: sono il Tilak di Hall, vicino ad Innsbruck e il RegionH, in Danimarca. Precisa Mayora: «Nella prima fase del progetto, seguiremo una decina di pazienti per impostare algoritmi e sensori con cui monitorarli. Nella seconda fase vorremo elaborare i dati, per arrivare alla prevenzione degli stati acuti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano