LA STORIA

Trento, Alice e quei pacchi dono per i bisognosi lasciati fuori dal suo negozio

In piazza Mostra una bella iniziativa di solidarietà che coinvolge i clienti del negozio di alimentari: “Tanti gli italiani che timidamente mi chiedono se possono prendere qualcosa”


di Daniele Peretti


TRENTO. La solidarietà attiva di Alice Barbu e del suo negozio di alimentari Muntenia in piazza Mostra. Alice che da sempre ha aiutato le persone in stato di necessità di qualsiasi tipo, ha visto tanta gente dormire all'aperto; molta l'ha incontrata alla domenica mattina davanti alla chiesa ortodossa; con altri ha parlato per strada.

Giusto il tempo per elaborare le informazioni ed ecco l'idea: “Il problema più grave è quello dei vestiti – ci dice Alice -perché la Caritas non li raccoglie più e queste persone non sanno dove andare a prenderli. Ne ho parlato con i clienti del negozio e insieme a loro ci siamo organizzati. Durante la settimana chi ha bisogno mi dice cosa può servire, chi lo ha me lo porta e la domenica mattina preparo tutto fuori dal negozio insieme a dei sacchetti che contengono qualcosa da mangiare”.

La sorpresa ? “ Due per la verità. Vedere arrivare tanti italiani che timidamente mi chiedevano se potevano prendere qualcosa e capire i loro problemi solo facendoli parlare, perché si vergognano a farsi avanti e chiedere. Ed il fatto che nessuno ha preso tutto quello che aveva chiesto, ma solo qualcosa per lasciare anche agli altri.”

La richiesta maggiore ? “Coperte e giacche”. Poi anche ieri per tutti c'è un pacchettino con qualcosa da mangiare: “ Regalo quello che mi rimane piuttosto che buttarlo. Poi c'è anche chi mi chiede qualcosa in particolare.

Alle mense non si può di certo scegliere e così anche a chi vive in strada può venire una voglia che io cerco nel limite del possibile di soddisfare. Se tutti facessimo così si potrebbe aiutare veramente le persone che hanno bisogno: con semplicità e senza tanta burocrazia.

Non dovremmo mai dimenticarci che molti hanno vissuto situazioni di povertà e l'hanno superata, ma che è anche una realtà nella quale tutti ci potremmo trovare. Ed allora aiutare gli altri è prima di tutto un atto di riconoscenza per quello che abbiamo”.













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